La caccia che “concerta”
Le grandi manovre sono in corso. D’altra parte che il governo sia di centro-sinistra o di centro-destra la caccia deve pur continuare e non subire ulteriori ingiurie. Per questo Pietro Gussalli Beretta incontra il presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano. E i vertici di Federcaccia, Enalcaccia, Arcicaccia, Italcaccia e Legambiente chiedono all’Ulivo impegni concreti: l’applicazione uniforme della legge sulla caccia in tutte le regioni d’Italia, la relazione sull…
Le grandi manovre sono in corso. D’altra parte che il governo sia di
centro-sinistra o di centro-destra la caccia deve pur continuare e non subire
ulteriori ingiurie. Per questo Pietro Gussalli Beretta incontra il presidente
di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano. E i vertici di Federcaccia, Enalcaccia,
Arcicaccia, Italcaccia e Legambiente chiedono all’Ulivo impegni concreti:
l’applicazione uniforme della legge sulla caccia in tutte le regioni d’Italia,
la relazione sullo stato attuativo della normativa, ma soprattutto
l’istituzione presso la conferenza Stato-Regioni di un tavolo permanente di
concertazione con il mondo venatorio, ambientalista e agricolo. Nel corso
dell’incontro è anche stata evidenziata la necessità della centralità della
ricerca scientifica come strumento per la certificazione della gestione
faunistica e della valorizzazione del ruolo del volontariato e delle
associazioni. Legambiente, condividendo le richieste avanzate dal mondo
venatorio, ha sottolineato come il lavoro congiunto di sensibilità diverse
produca risultati maggiori rispetto ad apparenti uniformità corporative. «La
legge 157», hanno dichiarato Fulvia Bandoli e Francesco Ferrante, «va applicata
senza indugi: su questo tema c’è la volontà politica di tutta l’Unione, come
praticato nella battaglia parlamentare nel corso della scorsa legislatura e
come ribadito nel programma sottoscritto da Prodi e dai leader del
centrosinistra. Il nuovo governo si metterà subito al lavoro per fornire al
Parlamento e alle forze sociali la relazione sull’applicazione della legge per
valutare eventuali miglioramenti condivisi, con la partecipazione del mondo
scientifico, agricolo, venatorio e ambientalista, che rafforzino i suoi
principi ispiratori». Antonio Di Pietro ha dichiarato: «Il centrodestra ha
alimentato polemiche e divisioni che hanno fatto tanti danni all’Italia in
tutti i settori e anche all’ambiente, alla tutela della fauna e alla caccia
programmata. Le elezioni del 9 e 10 aprile costituiscono l’occasione buona per
cambiare. Dalle Associazioni e dai produttori di armi sportive viene forte e
chiaro un messaggio di unità e di ricorso alla concertazione per risolvere i
problemi e per migliorare questo Paese».
«Non ne possiamo più del “tutto contro tutti” che anche in queste ultime ore
anima la campagna elettorale di Berlusconi. L’Italia dei Valori è impegnata a
raccogliere e sostenere le sollecitazioni che vengono dalla società e dai
cittadini ed a dare loro concretezze nella prossima Legislatura».
Mai così lontani dagli elettori. E mai così in ritardo a occuparsi di caccia.
Li avevate mai sentiti gli ulivisti Fulvia Bandoli e Francesco Ferrante? E
Antonio Di Pietro? Ancora meno. Berlusconi che inserisce nel programma della
Cdl l’esigenza della “rilettura della normativa sulla caccia e sui parchi alla
luce delle più recenti esperienze applicative”. E l’Unione, all’opposto, “Per
quanto riguarda l’attività venatoria proponiamo la difesa e la piena
applicazione della legge n. 157 del 1992, il rispetto delle direttive
comunitarie in materia di caccia”.
Di Pietro ha ragione su una cosa: non ne possiamo più. E il mondo venatorio,
una buona volta, deve decidersi a concertare sul serio, sul “tavolo permanente”
o altrove. Al più presto. E poi, che ce lo facciano sapere.
Buon voto!