La California è senza alcun dubbio, tra gli Stati americani, quello con una normativa più rigorosa in materia di possesso legale di armi. Ciò nonostante, la recente sparatoria avvenuta a Sacramento ha evidenziato che regole anche draconiane in termini di “armi d’assalto”, caricatori ad alta capacità e altri prodotti appartenenti al mercato legale, ben poco possono contro l’impiego illegale delle armi.
Ciò nonostante, sembra che i legislatori dello Stato siano ben poco disposti a derogare rispetto alla linea intrapresa negli ultimi anni: l’ultimo esempio in questo senso è un nuovo progetto di legge proposto negli scorsi giorni, che avrebbe lo scopo di agevolare la possibilità intentare cause di responsabilità civile nei confronti di produttori e venditori di armi, aggirando la normativa federale che preclude questa possibilità. Per la verità la tutela federale nei confronti di produttori e venditori non è assoluta, visto che è comunque già oggi possibile citare in giudizio produttori che abbiano venduto armi in violazione di norme statali o locali.
L’attuale proposta di legge californiana prevederebbe un obbligo per produttori e venditori di “adottare precauzioni ragionevoli in base a uno standard di condotta del settore delle armi da fuoco” nella produzione e vendita delle armi. Tra le “precauzioni” rientrerebbe per esempio assicurarsi che all’acquirente venga insegnato come conservare e utilizzare l’arma in sicurezza, per esempio, cosa che appare peraltro assolutamente di buon senso. A destare allarme nelle associazioni di tutela dei legali possessori di armi, e dell’industria armiera, è tuttavia un comma secondo il quale ai produttori e ai venditori sarebbe inibita la vendita di armi che “possono creare un rischio sostanziale e irragionevole per la salute e la sicurezza pubblica”. A partire da luglio 2023, i trasgressori potrebbero essere citati in giudizio dal procuratore generale, dai procuratori della città o della contea o da chiunque abbia subito un danno.
La National rifle association, in proposito, ha osservato che “il vero scopo della legge è tormentare l’industria delle armi attraverso costosi contenziosi civili” e che “il disegno di legge è formulato in modo così generico e ampio che praticamente chiunque potrebbe intentare un’azione civile contro l’industria delle armi da fuoco. Si tratta di un attacco al commercio legale di armi con l’intento di limitarne la disponibilità”.