Una circolare del gabinetto del ministro dell’Interno, dedicata alle misure contro il Coronavirus, fa sibillini accenni a una situazione in peggioramento sul fronte criminalità
Con la circolare 15350/117(2)/Uff III-Prot-Civ del 19 maggio, il gabinetto del ministro dell’Interno ha diramato a prefetti e alla presidenza del consiglio dei ministri alcune indicazioni esplicative in merito alle misure contro la diffusione del Coronavirus, con particolare riferimento alle procedure di spostamento intra ed extra regionali, le manifestazioni e funzioni religiose, la gestione delle presenze nelle aree pubbliche e private e così via. Come già peraltro fu annunciato dal capo della polizia Franco Gabrielli, nella circolare è contenuto anche un avviso per le forze di polizia, che non può non destare pensiero: “Il mutato contesto esige di dedicare una crescente attenzione alla possibile ricomparsa di forme di delittuosità comune e di criminalità diffusa, con la conseguente necessità di garantire adeguati livelli di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Vero è che nelle settimane del lockdown si è giocoforza registrata una forte diminuzione dei reati in generale, vista l’impossibilità pratica di girare liberamente da parte dei criminali al pari delle persone oneste. Speriamo, quindi, che l’accenno sia rivolto nei confronti di una “normalizzazione” del fenomeno criminale sui livelli ante-lockdown piuttosto che in merito a situazioni di ulteriore criticità conseguenti alla critica situazione economica complessiva.