Il documento strategico di pianificazione presentato ieri al vertice della Nato di Madrid è già definito come il passo evolutivo più importante dell’Alleanza atlantica dalla fine della guerra fredda. Lo strategic concept, come è stato definito, definisce infatti il senso dell’Alleanza per i prossimi anni, ne delinea i confini e detta le priorità strategiche.
Saranno, innanzi tutto, incrementate le strutture e il numero di truppe in Europa, con particolare riferimento alla nuova area “calda” verso il confine russo. Nuova base strategica in Polonia, più soldati in Romania, ma anche Spagna, Germania e Italia saranno coinvolte. La forza di intervento rapido conterà 300 mila uomini per il confine Est, il bilancio economico sarà quasi raddoppiato e a tal proposito il segretario generale Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che “il 2 per cento del Pil per la spesa militare deve essere un punto di partenza, non un tetto”.
Il sorvegliato speciale è la federazione russa, ma il nuovo piano strategico Nato prevede un investimento a tutto campo, dal punto di vista strategico e relazionale, anche con i Paesi dell’Africa, dell’estremo oriente e dell’Oceania, al fine di prevenire la possibilità che si verifichino crisi analoghe a quella che l’Europa sta vivendo al proprio confine Est.