A tre anni dal primo studio compiuto da Astra ricerche, un nuovo sondaggio presentato oggi alla camera dei deputati illustra sorprendenti risultati in merito al rapporto tra gli italiani e il mondo della caccia. L'indagine, commissionata da Cncn e dal coordinamento di associazioni di Face Italia, è stata compiuta lo scorso giugno tramite 2.025 interviste (on-line e telefoniche) a un campione rappresentativo di cittadini tra i 18 e gli 80 anni. Ebbene, se nel sondaggio di tre anni fa erano solo il 53,2 per cento gli italiani che si dichiaravano a favore o non contrari alla caccia, oggi si è espresso a favore di una attività venatoria normata, limitata, responsabile e sostenibile il 56 per cento del campione. Quindi, il dissenso aprioristico nei confronti dell'attività venatoria si è ulteriormente ridotto in questi tre anni. Altro dato molto interessante della ricerca Astra, il calo sostanziale dei soggetti completamente ignoranti in materia di caccia, passato da 38 al 33 per cento. Più di tutto, però, conforta il fatto che la fascia di età dei cacciatori tra i 25 e i 34 anni risulta essere superiore alla media, in particolare nei comuni medio-piccoli, evidenziando con ciò che il ricambio generazionale, in effetti, c'è.
Molto interessanti anche le risposte a domande sui temi dell'animalismo e dell'ambientalismo: molti dei soggetti che si dichiarano animalisti, infatti, non sono affatto ostili all'uccisione di animali se si tratta di ricavare alimenti per gli esseri umani (56 per cento), se gli animali sono pericolosi perché aggrediscono gli umani o portano malattie (49 per cento), se servono agli scienziati per scoprire l'origine di certe malattie (49 per cento) e se gli animali appartengono a specie selvatiche non a rischio di estinzione ma anzi sovrabbondanti (48 per cento). Maggiori approfondimenti sul numero di ottobre di Armi e Tiro.