La petizione lanciata pochi giorni fa su change.org per manifestare il dissenso degli appassionati d’armi nei confronti della folle proposta proibizionista lanciata dalla commissione europea, ha superato le 160 mila adesioni. I maggiori firmatari sono stati i cittadini tedeschi, seguiti dai francesi. In buona posizione anche i polacchi. Un grandissimo risultato che però, come ha sottolineato Stijn Vandamme, uno dei promotori, non può essere considerato sufficiente. Infatti, Vandamme ricorda che “164 mila cittadini su 509 milioni che compongono l’Unione europea non è una grande minoranza, ma una piccolissima minoranza, non supera lo 0,03 per cento. Anche considerando i soli possessori di armi dell’Unione europea, è una percentuale inferiore all’1 per cento. Per questo, è fondamentale che tutti noi parliamo a cacciatori, tiratori, non tiratori, chiunque possa anche solo simpatizzare per la causa. È importante spiegare loro che nel volgere di vent’anni, il diritto dei cittadini di difendersi dal crimine, dal terrorismo e dall’oppressione sarà solo un ricordo. E sarà possibile perché molti, guardandosi indietro, penseranno “non credevo che riguardasse anche me, all’epoca”. Occorre rivolgersi alle persone, ai politici, all’Unione europea, sottolineando come questo progetto di legge si proponga di espropriare ai cittadini beni di elevato valore, ridurre la sicurezza dei cittadini e lasciare senza lavoro un sacco di persone.
La riflessione di Vandamme si conclude considerando la situazione di Malta: “È lo Stato più piccolo dell’Unione, ma ha fornito il più alto numero di adesioni alla petizione in rapporto alla popolazione. Se ciascuno degli altri Stati si fosse comportato come Malta, a quest’ora avremmo già un milione di firme”.