Il 18 novembre scorso il direttore generale della Police Nationale Jean Marc Falcone, in una lettera indirizzata a tutti i direttori di polizia, ha autorizzato i poliziotti a portare addosso la propria arma anche fuori servizio e senza giubbetto anti-balistico: la legge di polizia vigente infatti, prevede che congiuntamente all’arma (in servizio…) si indossi sempre il giubbetto anti-proiettile.
Si tratta di un intervento straordinario a seguito degli attentati parigini e in “deroga” temporanea alla legge: unica condizione, portare la fascia identificativa prevista per i servizi in borghese, nota anche come “brassard orange”. Tale “restrizione” non è affatto vista di buon occhio dai vari sindacati di polizia francesi che viceversa, chiedono di poter portare l’arma senza questa limitazione.
In effetti, apparirebbe più plausibile e responsabile casomai, indossare la fascia un attimo prima di estrarre eventualmente l’arma e non doverla indossare sempre e comunque: in questo caso si esporrebbe inutilmente il poliziotto al rischio non indifferente, di essere individuato prima da eventuali terroristi.
L’obbligo in Francia del “brassard de police” per gli agenti in abiti civili, risale al 1975: due gruppi di poliziotti in borghese intervenuti contemporaneamente dopo una rapina a Charenton-le-pont, ignorando le rispettive identità, si impegnarono in uno scontro a fuoco fratricida. Un agente purtroppo, venne ucciso dai colleghi ignari della situazione.