Sabatti invita gli appassionati tiratori e cacciatori italiani a sostenere le loro armerie preferite: “chi oggi promette al suo armiere di acquistare un’arma, sostiene da subito la sua armeria”
Le armerie italiane rischiano di essere fra le categorie più colpite dal lockdown, anche in virtù del genere di articoli venduti, non certo beni di prima necessità. Quand’anche le armerie potessero accedere ai finanziamenti stanziati dal governo, a meno che non si tratti di finanziamenti a fondo perduto e di importo adeguato, in assenza di altre garanzie per gli armieri non sarà facile restituire il debito senza comunque soffrire conseguenze. “Se gli armieri resteranno soffocati, a soffrire gravemente sarà tutto il comparto armiero”, scrive Sabatti in un comunicato. “Se un’armeria scompare, scompare per sempre un pezzo di storia e di tradizione armiera italiana, quella grazie alla quale tutti noi abbiamo potuto far nascere e alimentare le nostre passioni”.
Come tutte le aziende del comparto armiero italiano anche Sabatti sta affrontando la situazione con spirito positivo, riorganizzando risorse e progetti. E propone un’iniziativa proprio per difendere la “salute” delle armerie, così come tutti noi abbiamo imparato a difendere la nostra salute dal covid-19.
Emanuele Sabatti, amministratore delegato di Sabatti, precisa: “Non siamo i primi né gli unici a proporre una iniziativa di questo genere, ma non si tratta di una semplice trovata pubblicitaria. Noi realizziamo il prodotto, ma come è sempre stato per Sabatti e le sue armi, a fare la differenza sono e saranno sempre i nostri clienti, la loro esperienza, il loro entusiasmo. Il nostro scopo è quello di creare un esempio da seguire, portando gli appassionati a capire quanto è importante il loro sostegno, soprattutto in questo momento, per la vita delle armerie italiane”.
“Chi ha la possibilità economica di sostenere questa iniziativa, non riceverà da Sabatti nessun gadget omaggio”, prosegue il comunicato. “Perché questa non è una “trovata pubblicitaria”, ma un’emergenza economica potenzialmente pericolosa per tutto il comparto armiero, una situazione difficile da affrontare uniti. E per trovare la giusta motivazione per voler sostenere gli armieri italiani – che per molti di noi sono anche degli “amici” – non abbiamo bisogno di ricevere in cambio un omaggio. Chi torna a tagliarsi i capelli, sostiene il suo barbiere. Chi torna a far colazione al bar, sostiene il suo bar. Le armi non sono altrettanto economiche, e spesso vanno ordinate in anticipo. Ma chi oggi “promette” al suo armiere di acquistare un’arma, sostiene da subito la sua armeria. Chi di noi può farlo, faccia la sua promessa”.