La Commissione europea ha risposto all’interrogazione dell’eurodeputata M5S Eleonora Evi sulla caccia a pavoncella e moriglione
L’eurodeputato Marco Dreosto ha dato notizia della risposta della Commissione europea all’interrogazione dell’eurodeputata M5S Eleonora Evi, la quale aveva infatti chiesto l’intervento della Commissione paventando la violazione della Direttiva uccelli da parte delle undici regioni italiane che avevano inserito pavoncella e moriglione all’interno dei propri calendari venatori. La stessa ha inoltre richiesto un intervento in merito già a partire dalla prossima stagione venatoria, per evitare il ripetersi di tali presunte violazioni. “La Commissione”, si legge nel comunicato di Dreosto, “nella propria risposta, ha comunicato l’intenzione di analizzare la compatibilità della situazione descritta dal rappresentante del M5S, pur evidenziando che la responsabilità principale dell’attuazione del diritto dell’Ue spetta alle autorità nazionali. La Commissione ha inoltre comunicato l’intenzione di valutare, già da questo autunno, la redazione di piani di azione per le specie aventi uno stato di conservazione non sicuro, inserite nell’allegato II della Direttiva Uccelli, ai fini dell’adozione di misure per il loro recupero. Un nuovo attacco gratuito al mondo venatorio e alle Regioni italiane, che dimostra ancora una volta la vacuità ma anche la pericolosità delle istanze del M5S in Europa. La pretestuosità delle insinuazioni circa la violazione della Direttiva Uccelli dimostra la non conoscenza degli argomenti: sono mancati da parte del Ministero dell’Ambiente i piani di azione specifici per pavoncella e moriglione. La pavoncella non è nella stessa categoria Aewa rispetto al moriglione ed è in incremento in Italia sia come svernante, sia come nidificante. Il moriglione risulta in sensibile aumento sul territorio lagunare del veneto, grazie a un’azione mirata di ripristino degli habitat messa in atto dagli stessi cacciatori e dai vallicoltori. Ispra fra l’altro, ha dato parere favorevole alla caccia alle due specie in questa stagione venatoria e il Ministero Ambiente, in difetto per non avere redatto i piani, ha cercato di calpestare il proprio Istituto di riferimento e di misconoscere i dati scientifici sulle specie”.