La politica preme per una drastica limitazione della "proliferazione" delle armi tra i cittadini, ma sorpresa sorpresa, la direzione centrale della polizia criminale ci informa che gli omicidi sono in diminuzione. Infatti, la comparazione dei dati relativi al periodo compreso tra il 14 agosto 2012 e il 31 luglio 2013, rispetto al periodo 14 agosto 2013-31 luglio 2014, conferma che gli omicidi commessi in generale sono calati del 13,86 per cento (435 contro 505), e che sono in diminuzione anche gli omicidi commessi a danno del gentil sesso (-5,26 per cento, 144 contro 152). In calo anche gli omicidi commessi nell'ambito famigliare e affettivo, con un -3,68 per cento (157 contro 163).
Passando più in generale ai reati di natura violenta, le lesioni dolose registrano un -11,29 per cento (57.077 contro 64.340), le percosse un -11,88 per cento (13.222 contro 15.005), le minacce un -11,03 per cento (73.426 contro 82.528), le violenze sessuali un -15,71 per cento (3.728 contro 4.423). In calo anche gli atti persecutori in generale, con un -10,58 per cento (10.246 contro 11.458). L'unico dato in aumento è, paradossalmente, anche l'unico che in nessun caso può avere un collegamento con il possesso di armi, cioè i maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli (+10,36 per cento, 11.362 casi denunciati contro 10.295).
Con questi dati, appare obiettivamente difficile per la politica giustificare provvedimenti drasticamente restrittivi del diritto di possedere armi, ma considerando il disprezzo che i nostri politici hanno nei confronti della realtà dei fatti (e, talvolta, del ridicolo), ovviamente ci si può aspettare di tutto…