] Il Parlamento elvetico ha detto no alla proposta di vietare l’esportazione di armi. Il Consiglio degli Stati a Berna, su proposta del governo, ha respinto una legge popolare promossa dal Gsse (Gruppo per una Svizzera senza esercito) con una raccolta di firme, per vietare l’esportazione di materiale bellico, considerata in conflitto con la neutralità della Confederazione. L’industria elvetica delle armi occupa 5.000 addetti, che salgono a 15.000 se si contano le imprese di componentistica. Il Parlamento ha calcolato che i costi di riconversione e sociali ammonterebbero a 500 milioni di franchi svizzeri. Doris Leuthard, direttrice del dipartimento dell’economia, ha sottolineato soprattutto l’impatto negativo che la proposta avrebbe sul fronte occupazionale. Secondo l’esercito lo smantellamento dell’industria bellica renderebbe la Svizzera troppo dipendente dall’estero. [
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