Il Consiglio nazionale svizzero ha recepito la direttiva 2017/853. Troppo forte la paura di uscire dallo spazio Schengen. Cosa accade ora?
Il Consiglio nazionale elvetico ha approvato il recepimento nazionale della direttiva europea sulle armi 2017/853. Il decreto federale è stato adottato con 114 voti favorevoli, 67 contrari e 8 astenuti.
Come è noto, la Svizzera non fa parte dell’Unione europea, ma il Consiglio ha eccepito che il mancato adeguamento nazionale alla direttiva sulle armi avrebbe potuto mettere a rischio la permanenza della Confederazione nello spazio Schengen. A opporsi al provvedimento il partito Udc, il quale per bocca del suo rappresentante Beat Arnold ha ricordato l’inutilità del provvedimento, sottolineando come “In Europa le leggi in materia sono molto restrittive, ma ciò non ha impedito gli attacchi terroristici che del resto sono commessi anche con armi bianche, ricorrendo pure a auto e camion”. “La polizia sarà chiamata a un grosso lavoro burocratico per controllare le armi”, ha aggiunto Werner Salzmann (sempre di Udc), “Ci saranno quindi meno agenti in servizio sul territorio con una conseguente diminuzione della sicurezza”.
I democentristi si sono anche detti convinti che la Confederazione non sarà esclusa da Schengen se non adotterà la nuova direttiva: "tale accordo, che non contiene una clausola di esclusione automatica, è vantaggioso per entrambe le parti, l'Ue e la Svizzera", ha sostenuto Jean-Luc Addor.
L’Udc aveva chiesto anche la sospensione dell’esame del dossier in attesa di conoscere l’esito del ricorso presentato dalla Repubblica ceca alla corte di giustizia dell’Unione europea. Ma questa posizione non è stata accettata considerando che al ricorso della Repubblica ceca non è seguito un provvedimento sospensivo dell’efficacia della direttiva e, conseguentemente, dei relativi tempi di recepimento.
Durante l'esame dettagliato per articoli, il Consiglio nazionale ha respinto le proposte della sinistra che volevano un giro di vite supplementare, eccependo che "Non corrispondono allo scopo della riforma che è trasporre nella legislazione elvetica la direttiva europea sulle armi", come ha affermato la consigliera federale Simonetta Sommaruga. Lo schieramento rosso-verde avrebbe in particolare voluto considerare i caricatori come parti di armi e non come accessori. La Camera del popolo ha invece approvato alcune proposte dell'Udc che chiedevano di bocciare gli inasprimenti proposti dal governo per rimanere alla situazione attuale. Questi concernevano l’identificazione e tracciabilità delle armi assemblate (rimarrà sufficiente contrassegnarne una parte essenziale) e l'introduzione (respinta) dell'obbligo, per gli armaioli, di segnalare le vendite di caricatori di grande capacità. Il dossier va ora al Consiglio degli Stati e sarà comunque possibile proporre referendum.