L’Associazione nazionale dei produttori di armi e munizioni (Anpam) ha pubblicato un comunicato a commento della recente votazione dell’Onu sul trattato internazionale sul commercio di armi: “L’Anpam, che ha partecipato direttamente ai lavori tramite il Wfsa (World forum on shooting activities), Ong presso le Nazioni Unite, ritiene che il risultato dovrebbe coinvolgere principalmente il commercio di armamenti e prodotti civili in quei Paesi non europei dove attualmente non vige una disciplina basata su chiarezza e trasparenza. Rispetto al testo iniziale del trattato, si è riusciti ad apportare importanti migliorie in diversi anni di negoziazioni diplomatiche, ma il lavoro non può dirsi concluso in quanto si continuerà ad approfondire gli aspetti del trattato, collaborando come di consueto in modo proattivo con le istituzioni nazionali ed europee per tutelare il “Made in Italy” e il comparto economico occupazionale. Il trattato infatti fin dalle premesse riconosce e tutela il comparto legale del commercio, le prerogative del comparto civile e delle attività sportive, ricreative e ludiche a esso collegate. «Con la bozza del Trattato Internazionale per il Commercio delle Armi Convenzionali», ha commentato Nicola Perrotti, presidente dell’Anpam, «la severa regolamentazione attualmente già vigente in Europa, e in particolare in Italia, nell’ambito delle transazioni militari nonché civili, verrà estesa anche a quei Paesi dove la normativa è più blanda e ciò conferma ulteriormente che la normativa italiana ed europea è all’avanguardia sia per i prodotti civili che militari. Lo riteniamo un successo importante, anche se si tratta di un primo passo per rendere il commercio delle armi regolato e trasparente. Rimane infatti l’auspicio affinché anche i grandi produttori mondiali quali Cina, India e Russia possano prendere in considerazione il trattato e le regole da esso introdotte per le transazioni di armamenti»”.
L’Associazione nazionale dei produttori di armi e munizioni (Anpam) ha pubblicato un comunicato a commento della recente votazione dell’Onu sul trattato internazionale sul commercio di armi