L'uomo che a Terzigno (Na) ha ucciso la moglie davanti alla scuola della figlia ha usato un'arma illegale: le restrizioni sulle armi legali non possono ovviare a un rapporto di coppia troppo spesso "patriarcale"
Si è conclusa nel modo più drammatico, cioè con il ritrovamento del corpo senza vita dell'autore, l'azione omicida di Pasquale Vitiello, l'uomo che a Terzigno (Na) ha sparato alla moglie Imma Villani, uccidendola, davanti alla scuola della figlia. La coppia era in crisi da tempo, da poche settimane però la situazione era degenerata, tanto che la moglie e la figlia non vivevano più sotto lo stesso tetto del marito e padre. In questo caso l'arma utilizzata era sicuramente di provenienza illecita, in quanto aveva matricola abrasa e, inoltre, l'omicida non risulta avesse alcuna autorizzazione in materia d'armi. Nella sua drammaticità, questa vicenda può e deve far riflettere su quanto sia inconsistente l'idea, propugnata dalle associazioni anti-armi, di ridurre o evitare il verificarsi di questi drammi famigliari introducendo nuove restrizioni sul possesso legittimo di armi. Ciò che emerge con preoccupante nettezza è che, anche in questo caso, erano state presentate denunce nei confronti del marito (e della suocera) per la violenza degli alterchi: secondo i dati diffusi dal Viminale sul fenomeno del femminicidio, le vittime della furia del partner o ex partner avevano denunciato comportamenti aggressivi, persecutori o vere e proprie lesioni addirittura nel 44,6 per cento dei casi, senza però che ciò abbia sortito alcun effetto. Più di tutto, risulta evidente come alla base del gesto anche in questo caso vi fosse un concetto vetero-patriarcale del rapporto di coppia, all'interno del quale il marito è padrone e la moglie non può decidere autonomamente del proprio futuro. La soluzione a questa piaga (che però, per fortuna, secondo gli studi della Commissione di inchiesta sul femminicidio è inferiore oltre la metà rispetto alla media europea ed è un quarto rispetto alla media statunitense) non può che essere raggiunta tramite un attento e profondo lavoro di tipo culturale, da intraprendere fin dalla più tenera età.