Forse, per la prima volta, la tendenza al “politicaly correct” che sta infestando anche i giochi per i bambini sta per avere un’inversione di tendenza, almeno in Gran Bretagna. Dopo anni in cui era impossibile trovare in commercio una pistola giocattolo, il governo ha deciso di riabilitare i giocattoli “violenti” come pistole e fucili, perché contribuiscono a “far acquistare maggior fiducia in se stessi, sviluppano le doti di creatività, insegnano a confrontarsi…
Forse, per la prima volta, la tendenza al “politicaly correct” che sta
infestando anche i giochi per i bambini sta per avere un’inversione di
tendenza, almeno in Gran Bretagna. Dopo anni in cui era impossibile trovare in
commercio una pistola giocattolo, il governo ha deciso di riabilitare i
giocattoli “violenti” come pistole e fucili, perché contribuiscono a “far
acquistare maggior fiducia in se stessi, sviluppano le doti di creatività,
insegnano a confrontarsi con gli altri”, almeno secondo quanto riferito dal
dipartimento per i bambini, le scuole e le famiglie. Di più: secondo il
governo, una delle cause del “vantaggio” nelle aree dell’apprendimento che le
bambine manifestano fin dall’asilo nei confronti dei maschietti, deriverebbe
dall’istinto di alcuni insegnanti di vietare giochi considerati troppo
violenti. Pronta la replica del sindacato insegnanti: “Le pistole giocattolo
simboleggiano l’aggressività e, poi, il governo non fa altro che favorire gli
stereotipi maschili e femminili”. “Non è questo che abbiamo detto”, ha
replicato il ministro dell’infanzia Beverley Hughes, “Ma solo ricordare che
favorire queste espressioni ludiche potrebbe aiutare i maschietti anche ad
apprendere più facilmente”.