La Regione Lazio, con Dgr n.650 del 28 luglio 2022 ha informato gli Atc laziali e gli altri enti interessati, di un ampliamento delle disposizioni per il controllo e l’eradicazione della peste suina. Il tutto con pareri favorevoli di Ispra e Cerep, in deroga al comma 6 dell’art. 34 della legge regionale n. 17/1995. La regione, in sostanza, autorizza “la caccia di selezione da appostamento con carabina e ottica di puntamento anche in orario notturno con l’ausilio di strumentazione idonea a garantire l’osservazione in assenza di luce”. Il tutto volendo raddoppiare gli abbattimenti, disposti nell’anno 2021-022, per le stagioni 2022-2023 e 2023-2024. ATC e AFV dovranno rimuovere “tutti gli ostacoli allo svolgimento della caccia di selezione e utilizzando appieno la possibilità di prelievo nelle ore notturne, con l’ausilio di opportuni strumenti per la visione in assenza di luce”.
L’ordinanza è tutto sommato sorprendente, per gli intenti e per le modalità di attuazione. Per gli intenti, dove appunto è accertata la presenza del problema peste, si continua a non permettere attività di selezione: vedi zona rossa e celeste intorno a Roma. Per quanto riguarda l’attuazione, l’indicazione della regione mira in pratica a trasformare i cacciatori in qualcosa d’altro.
Sarebbe stato meglio integrare i cacciatori, certo i più preparati, evoluti e scelti, in una categoria ufficiale, autorizzata a intervenire come operatori faunistici. Il tutto certificato in un elenco che ci avrebbe permesso di essere molto più rispettati (e utili, anche, in altre situazioni analoghe). Invece, con un semplice pezzo di carta abbiamo travalicato il confine tra caccia vera e “altro”, con la potenziale creazione di una serie di situazioni problematiche. Come sarà possibile per le forze dell’ordine muoversi con sicurezza nell’individuare lecito e illecito? In altre parole: in assenza di un elenco ufficiale di cacciatori autorizzati alla selezione in notturna, quante spiegazioni sarà necessario dare per non essere scambiati per un bracconiere? Come si potrà, d’altro canto, preservare le altre specie da parte di eventuali profittatori? Non ci sentiamo responsabilizzati, quanto piuttosto “adoperati”. Altro tema caldo: eventuali incidenti, visto che comunque la caccia notturna, anche con tutti gli ausili della tecnologia, non è esente da rischi, come saranno trattati rispetto alle polizze assicurative, ribadendo che si parla di caccia e non di controllo? Le compagnie assicuratrici saranno egualmente adempienti nel caso di problemi? Colpendo un animale nella notte tra un giorno consentito e uno di silenzio venatorio, la ricerca eventuale con arma al seguito come sarà vista nel caso di un controllo? E per le varie scartoffie, come si fa nel momento in cui si passa la mezzanotte e si entra nel giorno venatorio successivo? Infine, il disturbo notturno per le altre specie, che solo la notte hanno la possibilità di pascolare, spostarsi e alimentarsi, è stato considerato? Attendiamo risposte a tutto questo.