Oltre al drammatico bilancio delle vittime nel divampare del conflitto tra Israele e il gruppo terroristico Hamas, nella striscia di Gaza, a tenere banco in queste ore sugli organi di informazione c’è in particolare la domanda su quale sia l’origine delle armi, alcune delle quali di fabbricazione statunitense, con le quali Hamas ha condotto la propria offensiva a sorpresa nei confronti di Israele. In particolare, già lo scorso giugno Newsweek aveva pubblicato un rapporto di un comandante israeliano, secondo il quale erano state osservate armi leggere statunitensi nelle mani di gruppi palestinesi operanti nella striscia di Gaza: armi, provenienti dalla monumentale scorta di materiale bellico che gli Stati Uniti hanno abbandonato nel Paese dopo la loro precipitosa partenza e che, come era peraltro prevedibile, sembra siano state prontamente inviate ai movimenti terroristici fondamentalisti islamici.
Secondo altri rapporti di fonte israeliana, altre armi di produzione statunitense sarebbero giunte nella disponibilità dei terroristi di Hamas, direttamente o per mezzo della mediazione iraniana, in questo caso però la provenienza sarebbe l’Ucraina. Una parte di queste armi sarebbe stata venduta direttamente da personale militare ucraino corrotto, un’altra parte dall’esercito russo che, dopo averle catturate agli ucraini, le avrebbe girate all’Iran, alleato strategico. Un videomessaggio di un terrorista di Hamas, che ringrazia l’Ucraina per le armi, sta in effetti facendo il giro del web proprio in queste ore.
A queste indiscrezioni, ha fatto eco la deputata repubblicana statunitense Marjorie Taylor Green, che su X (ex Twitter) ha scritto: “abbiamo la necessità di lavorare con Israele per rintracciare i numeri di serie su tutte le armi statunitensi utilizzate da Hamas contro Israele. Vengono dall’Afghanistan? Vengono dall’Ucraina? Molto probabilmente la risposta è entrambe”.