Le richieste del settore armiero alla politica

L’associazione confindustriale aveva già espresso le proprie necessità nella trasmissione radio di Oscar Giannino a cui era intervenuto il presidente Anpam Nicola Perrotti. Meno burocrazia, digitalizzazione della pubblica amministrazione, semplificazioni normative, rispetto e considerazione da parte del Paese.

In un comunicato di pochi minuti fa, l'Associazione confindustriale dei produttori di armi e munizioni (Anpam) rileva come in questi giorni si stiano susseguendo "appelli dell’ultima ora verso il mondo della caccia e degli appassionati delle armi, una ricerca di consenso che dovrebbe lasciare indifferenti quelli che durante tutto l’anno affrontano le critiche, quasi sempre prive di fondamenti razionali, verso la loro passione venatoria e il maneggio di armi sportive e civili che arrivano ormai da destra e da sinistra". 
 

Il messaggio dei produttori

Anpam (Associazione nazionale produttori armi e munizioni sportive e civili) vuole mandare un messaggio a tutti gli elettori, inserendo nel dibattito alcuni argomenti troppo spesso sottovalutati se non volontariamente dimenticati. "In questo senso crediamo sia opportuno che tutti gli schieramenti in lizza alle prossime elezioni politiche e regionali ragionino su questi argomenti", scrive ancora l'associazione, "ben evidenziati dalle parole del presidente dell’Anpam Nicola Perrotti (nella foto) ai microfoni di Radio24 nel programma “Nove in punto – La Versione di Oscar” condotto da Oscar Giannino andato in onda alcune settimane fa ed ascoltabile a questo link: http://www.radio24.ilsole24ore.com/player/player.php?filename=121226-noveinpunto.mp3". "Alcuni di voi avranno già ascoltato la puntata direttamente in radio", conclude l'associazione, "invitiamo comunque chi non l’avesse fatto a riascoltare le parole di Nicola Perrotti su quelli che sono i temi cruciali per il nostro settore produttivo che, ricordiamo, movimenta nel complesso circa 8 miliardi di euro e una forza lavoro di quasi 100 mila occupati. Importante anche l’intervento del professor Fabio Musso dell’Università di Urbino, che ha svolto per Anpam uno studio economico complessivo sul settore armiero sportivo e civile italiano che ha dato, tra l’altro, i risultati appena citati. Una volta chiari i temi sarà più facile confrontarli con i programmi delle varie forze politiche in lizza per il Governo del Paese e di regioni, come la Lombardia, fondamentali per lo sviluppo economico generale".

Burocrazia e norme restrittive

Nella trasmissione in questione, i produttori di armi e munizioni rilevano come il settore, che pure gode di buona salute, sia strangolato dalla burocrazia e soffra di una legislazione affastellata dal testo unico del 1931 a oggi, con norme sempre più restrittive e pesanti. "Soltanto negli ultimi tempi, complice forse la crisi", ha rilevato Perrotti, "si è cercato di trovare una semplificazione che riduca il peso sulle aziende". Non solo il sistema pare indifferente al settore, ma anche vi si oppone come nel caso delle banche cosiddette "etiche" che non fanno differenza tra aziende che producono repliche western e quelle che lavorano nel settore militare. Il trasporto delle armi per la loro commercializzazione o l'esportazione, in Italia soffre di un carico amministrativo enorme, che non ha pari in Europa, con l'aggravio che ogni questura si sente autorizzata a disciplinare la materia in modo diverso e più restrittivo. La pubblica amministrazione dovrebbe essere al più presto digitalizzata. 

Caccia "silente"

Sollecitato da Giannino sulla caccia, Perrotti ha poi sostenuto che il settore è stato per anni eccessivamente silente, lasciando la società nell'ignoranza sui valori veri della caccia. "Abbiamo lasciato spazie agli anticaccia. In Italia c'è la tendenza a dividersi su tutto e sul bene e sul male, ci vorrebbe un atteggiamento più "industriale": l'arma è un prodotto che "funziona" e, una volta che sono rispettate le regole, anche l'arma stessa dovrebbe essere rispettata. Il mondo venatorio si è anche fatto troppo spesso prendere da promesse che poi non sono state mantenute dalla politica"

"Sulle armi ci sono tante buone leggi già scritte che aspettano solo di essere applicate", ha concluso Perrotti. "Noi abbiamo da tempo chiesto alle istituzioni di lavorare insieme per applicarle e prevenire al comtempo ogni rischio per la sicurezza pubblica".