Un gruppo di associazioni cattoliche e di sinistra ha diffuso una lettera aperta nella quale si chiede con urgenza un regolamento più stringente per la fiera Hit show di Vicenza. Su bambini, “propaganda politica” e altro
Un gruppo di associazioni cattoliche e di sinistra della città di Rimini (Associazione comunità Papa Giovanni XXIII, Pacha mama, Caritas diocesana, Anpi comunale e provinciale e altre) ha diffuso una lettera aperta nella quale si chiedono più stringenti regolamentazioni in vista della prossima edizione di Hit show, la fiera di Vicenza dedicata alle armi sportive e da caccia. Ecco il testo integrale:
“Noi rappresentanti delle Associazioni firmatarie della seguente lettera, vogliamo portare a conoscenza della città quanto segue: dal febbraio 2015 si svolge a Vicenza HIT Show (Hunting, Individual Protection and Target Sports), una manifestazione fieristica che ambisce a «diventare l’appuntamento di riferimento in Italia e in Europa per il comparto armiero Made in Italy» (riferimento dal sito www.hit-show.com). Hit Show si differenzia dalle altre manifestazioni fieristiche riguardanti le armi in Europa per una mancata regolamentazione di alcuni aspetti particolarmente delicati: l’accesso consentito ai minori, l’esposizione di tutte le tipologie di armi (escluse le armi da guerra) e la promozione di una cultura delle armi.
Per quanto riguarda il primo punto, nel regolamento della Fiera, è scritto che: <<i minori non possono accedere agli spazi espositivi se non accompagnati da un adulto. È fatto espresso divieto, in ogni caso, da parte dei minori, di maneggiare le armi esposte. Gli accompagnatori dei minori si rendono personalmente responsabili della vigilanza sugli stessi>>. Nonostante ciò, Hit show non prevede alcuna sanzione al riguardo, permettendo di fatto che i minori possano maneggiare pressoché indisturbati le armi esposte, come mostrato da diversi media nazionali. L’ingresso gratuito per i bambini al di sotto di sei anni sembra inoltre stimolare ulteriormente la presenza di minori.
La fiera nasce come spazio espositivo legato a hobby e sport (ad esempio la caccia e il tiro a segno), tuttavia la mancanza di una regolamentazione precisa sulle tipologie di armi in mostra ne ha trasformato l’identità, al punto che oggi sono presenti praticamente tutti i modelli di armi, ad esclusione di quelli totalmente automatici (da guerra).
Infine, all’interno della fiera hanno trovato spazio banchetti per la propaganda politica e conferenze che, in assenza di un reale dibattito, sono risultate un incentivo per la diffusione di una cultura delle armi.
Le amministrazioni comunali di Vicenza e Rimini, in ragione della loro partecipazione azionaria in Italian Exhibition Group (Ieg), sono state sollecitate sin da subito perché potessero persuadere gli organizzatori di HIT Show, per arrivare al più presto a definire un nuovo regolamento che riguardi sia i visitatori, sia gli espositori della manifestazione fieristica. Nonostante una mozione approvata all’unanimità in Consiglio comunale a Vicenza il 21 settembre 2017 e un’interrogazione in Consiglio comunale a Rimini il 7 dicembre 2017, a oggi non sono state apportate modifiche al regolamento.
Sappiamo che lo scorso 6 dicembre 2018 presso la Presidenza del Consiglio Comunale di Rimini è stato depositato un ordine del giorno sulla materia, che sollecita il Comune a prendere una posizione e insistere con gli organizzatori dell’evento per un intervento più efficace.
Chiediamo al Comune di Rimini di discuterlo e approvarlo in via prioritaria.
È necessario arrivare alla regolamentazione della manifestazione prima della prossima edizione di Hit Show, in programma dal 9 all’11 febbraio 2019. Non è accettabile lasciare che passi il principio secondo cui accedere alle armi sia facile, quasi un “gioco”: si trasmette un messaggio pericolosissimo che crea una cultura deleteria, con l’unico obiettivo di rendere le armi un oggetto comune, familiare, alla portata di chiunque.
La città che ha insignito della cittadinanza onoraria famosi educatori e donne e uomini di pace, da Margherita Zoebeli a Andrea Canevaro, dal XIV Dalai Lama a Chiara Lubich e Andrea Riccardi, deve essere impegnata in prima linea per la costruzione di un futuro di pace”.
Ci sia consentito un breve commento sulle affermazioni contenute nella lettera. Non è la prima volta che si critica la presenza dei minori in una fiera dedicata alle armi sportive e da caccia. Si continua, tuttavia, a ignorare che il Tiro a segno è un'attività sportiva e, come tutte le attività sportive, prevede un settore giovanile. Il tiro con l'aria compressa in particolare è consentito dall'età di 10 anni e il tiro con armi da fuoco calibro .22 dai 14 anni. Non si comprende, quindi, su quale base si potrebbe o addirittura si dovrebbe limitare l'accesso dei giovani a una fiera nella quale vengono presentati gli strumenti da tiro che loro, a tutti gli effetti legali e sportivi, possono già utilizzare.
Appare alquanto contraddittoria, tra l'altro, l'indicazione secondo la quale da un lato si riconosce che la fiera è legata agli hobby e agli sport legati alle armi, salvo poi eccepire che la mancanza di una regolamentazione precisa ne ha trasformato l'identità, per poi concludere comunque che nella fiera medesima non sono esposte armi da guerra. Se è pacifico (e lo è) che in fiera sono esposte armi non da guerra, è abbastanza evidente che tali armi siano acquistabili e utilizzabili dai cittadini in regola per il tiro a segno, la caccia, il collezionismo e, perché no, anche la difesa personale. Quindi non si comprende quale contraddizione o contrasto vi sia tra la natura delle armi esposte e l'argomento dichiarato della fiera.
Si lamenta il fatto che in fiera l'intervento dei politici sia avvenuto in assenza di un "reale dibattito": non ci risulta, tuttavia, che né la fiera, né tantomeno le associazioni che vi hanno partecipato abbiano in qualsivoglia modo inteso escludere i politici di questo o quel partito. Se è mancato il dibattito, è perché i rappresentanti di determinati partiti vi si sono sottratti, nonostante alcune associazioni avessero rivolto le loro istante a tutto l'arco parlamentare.
Non si comprende, infine, perché dovrebbe passare in fiera il concetto secondo il quale l'accesso alle armi sarebbe "facile", addirittura "quasi un gioco". È anzi proprio in una fiera specializzata che tutti, bambini inclusi, possono interloquire con professionisti del settore capaci di spiegare le regole e le normative che disciplinano l'acquisto e l'uso di queste armi.