Vista la quantità, potrebbe trattarsi del “contratto del secolo”, almeno nell’ambito degli armamenti leggeri …
Lo scorso 3 marzo ad Amethi, in occasione dell’inaugurazione ufficiale dello stabilimento che produrrà i fucili in oggetto (Korwa Ordnance factory), il primo ministro indiano Narandra Modi ha affermato che gli Ak 203 calibro 7,62×39 “… potranno dare un vantaggio alle nostre truppe nella lotta al terrorismo”: ufficializzando in qualche modo la prossima adozione del fucile russo da parte delle forze armate indiane, da tempo alla ricerca di un sostituto della loro ordinanza Insas calibro 5,56×45.
Il fucile d’assalto Kalashnikov verrà prodotto in partnership con la Rosoboronexport e la Kalashnikov group nel nuovo stabilimento, inizialmente con un apporto più stretto dell’azienda russa ma finalizzato a una prossima e completa produzione “Made in India”.
Il presidente russo Vladimir Putin non ha mancato di sottolineare immediatamente: “Sono sicuro che il lancio della nuova azienda contribuirà a migliorare il potenziale della difesa dell’India, sarà di ulteriore sviluppo delle basi produttive e scientifiche dell’economia del Paese creando nuovi posti di lavoro per maestranze esperte, dando impeto all’addestramento e all’educazione professionale del personale”.
Il Kalashnikov Ak 203 (diventato “200” dopo la ridenominazione della precedente serie “100”) apporta diverse migliorie ma, essenzialmente, ergonomiche: la piattaforma è ancora basata sul solido impianto dell’immortale Ak47.
Il sistema di funzionamento è assolutamente invariato come l’impiego di lamiere d’acciaio stampate e piegate per la sua costruzione, cambia solo il sistema di apertura del coperchio superiore dell’arma, dotato adesso e integralmente di lunga slitta Picatinny. La calciatura polimerica che può essere anche ribaltabile, è telescopica e simile per struttura alle realizzazioni per gli Ar 15, impugnatura a pistola più ergonomica e in polimero, astina sempre in polimero ma dotata di guide Picatinny superiori e inferiori con predisposizioni laterali per tratti di guida, spegni fiamma-compensatore allungato, solita manettina di armamento e leva selettrice sul lato destro ma con leggera modifica in modo da poterla azionare con l’indice della mano senza abbandonare la presa dall’impugnatura.
L’India in effetti e con le recenti adozioni di armamenti leggeri da Barrett, Sig Sauer e Victrix (gruppo Beretta) e pendente anche un ordine di carabine Caracal 816 (con gas piston) però in 5,56×45, sembra voler dare una significativa sterzata allo svecchiamento dei propri armamenti leggeri. Interessante la scelta di adottare ancora il 7,62×39 che, per quanto valido, ha pur sempre alle spalle una storia lunga 72 anni …