Le norme restrittive proposte dalle autorità dello Stato di New York non si fermano alle armi vere, ma riguardano anche le armi giocattolo. Così, la governatrice dello Stato, Kathy Hocul, ha firmato un provvedimento, la cui entrata in vigore è prevista per novembre, che intende vietare la commercializzazione di armi giocattolo realizzate con determinati colori, ritenuti troppo realistici. Via, così, il nero, il blu, l’argento o l’alluminio, che dovranno essere sostituiti da bianco, rosso vivo, verde o azzurro brillante, rosa (ma che sia “brillante” anch’esso…), viola oppure dovranno essere realizzate con materiali trasparenti o traslucidi.
Il provvedimento, che in pratica estende a tutto lo Stato quanto già è in vigore nella città di New York, mira a impedire che le i cittadini o le forze dell’ordine possano scambiare per autentiche le armi giocattolo, innescando risposte con armi vere. Secondo i dati diffusi dall’ufficio del procuratore generale, ciò sarebbe avvenuto in 63 casi (non è dichiarato però in quale intervallo di tempo), con 8 vittime.
Non è chiaro come le autorità di New York abbiano intenzione di affrontare il problema delle armi giocattolo dei colori “sbagliati” già vendute fino al momento dell’entrata in vigore della nuova legge, né come pensino di impedire ai ragazzini di verniciare le nuove pistole giocattolo con colori meno ridicoli, una volta che le avranno acquistate. Più di tutto, ancora una volta le autorità statunitensi (in questo caso dello Stato di New York) continuano a perseguire l’approccio secondo il quale è preferibile intervenire sugli strumenti piuttosto che sui loro possessori: in altre parole, viene ritenuto più semplice e logico vietare le pistole giocattolo “nere” piuttosto che insegnare ai ragazzini (più o meno cresciuti) ad assumere comportamenti responsabili e adeguati alle circostanze, nel gioco come nella vita di tutti i giorni. Gli effetti di questo approccio sono di tutta evidenza.