Le incursioni dell’orso Dino contro gli asini e altri animali dividono sindaci, assessori ed esperti. Ma dopo che il ministro dell’Agricoltura ed ex governatore veneto Giancarlo Galan aveva tuonato: “Nessuno si sogni di usare le armi, sarebbe un atto barbaro e inutile”, nel corso di una riunione convocata dall’ assessorato regionale alla Caccia d’intesa con la Prefettura di Vicenza si è deciso di procedere alla cattura.
“Attiveremo immediatamente forme di controllo dell’animale utilizzando la Polizia provinciale, le guardie forestali e anche uomini della Protezione civile, nel tentativo di impedire o limitare le scorribande””, ha annunciato Daniele Stival, assessore regionale alla caccia.
Le procedure per allontanare l’orso sono complesse e prevedono un parere dell’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale, un’autorizzazione del ministero dell’Ambiente e un accordo con la Slovenia. “La cattura incruenta non è semplice, ma si cercherà di fare il prima possibile. Dovessimo riuscirci prima della conclusione dell’iter burocratico per l’allontanamento, si farà in modo di ospitare l’orso in un’area ben delimitata e controllata dove possa vivere bene, ma non nuocere”, anticipa l’assessore.
“Si è deciso di attivare la procedura per la richiesta di trasferimento in Slovenia”, aggiunge il biologo Ivano Confortini, responsabile del Servizio caccia e pesca della nostra Provincia che con la biologa Greta Serafin della Polizia provinciale ha partecipato all’incontro, “perché il malumore della popolazione e degli enti locali vicentini era palpabile e si intuiva dalle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi che questa sarebbe stata l’inevitabile conclusione della vicenda”, ammette con un certo fatalismo.
C’è però il problema di rintracciare l’orso: il radio-collare, infatti, probabilmente ha le pile scariche da tempo. Intanto, il sindaco di Gallio, in provincia di Vicenza, lancia la provocazione del trattamento sanitario obbligatorio: “Il Tso si rende necessario per capire se ci troviamo di fronte a un esemplare con problemi psicologici al di fuori del normale. Se certe volte serve per una persona, perché non farlo per un animale particolarmente aggressivo?”, dice Pino Rossi dopo che nell’ultima settimana Dino è stato notato proprio nel territorio di Gallio, in particolare nella Val di Nos, un’area non abitata e quindi più vicina all’habitat di un orso bruno.
“È un problema da non sottovalutare in vista della stagione estiva”, si preoccupa il sindaco ricordando che l’orso Dino ha già ucciso 14 asini e numerosi altri animali. “E se emergessero problemi psicologici, la cattura diventerebbe un provvedimento d’urgenza per motivi di sicurezza”. Una proposta, quella del Tso, ”che non ha fondamento scientifico”, assicura da parte sua l’esperto del Wwf, Mauro Belardi. Ma Rossi insiste: “La sua presenza non deve diventare un pericolo per turisti e residenti. E sono sicuro che Dino non è l’unico orso attualmente sull’Altopiano. La mia non è un’interpretazione, ma una lettura dei fatti”, sottolinea il sindaco, che ha affrontato l’argomento anche con alcuni tecnici svedesi. “Dino non può essersi spostato in una notte di 40-50 chilometri, ci deve essere almeno un secondo esemplare”. “Capisco che a un sindaco possa sembrare strano o violento questo comportamento, ma non lo è affatto”, replica l’esperto del Wwf. “Negli ultimi 150 anni nessuno in Europa Occidentale è mai stato attaccato da un orso”. A patto di seguire alcune norme di sicurezza: “La regola principale è non avvicinarlo per fotografarlo o dargli da mangiare”, spiega Belardi, “l’orso per sua natura è schivo e ha paura degli uomini, può diventare pericoloso proprio quando prende confidenza”.