L’orso che pochi giorni fa ha aggredito l’escursionista col cane in Val di Rabbi è Mj5, un maschio di 18 anni che sarebbe il secondo più anziano attualmente in Trentino. Mediante il Dna, che è stato prelevato sui panni e sulla pelle dell’aggredito, è stato possibile effettuare un esame genetico. A tal proposito il presidente della regione, Maurizio Fugatti, ha decretato l’abbattimento dell’esemplare, chiedendo naturalmente il parere dell’Ispra e del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Come ha anche affermato Fugatti, Mj5 non aveva mai sollevato problemi, ma la decisione è stata presa nell’interesse della salvaguardia delle persone. Inutile dire che tutto il panorama animalista di cui l’Italia dispone, con una marea di sigle a volte singolari, si sono subito lanciate a contrasto di tale decisione, accusando il presidente Fugatti di propaganda elettorale, di essere sempre stato contrario alla fauna dei grandi carnivori eccetera. Naturalmente sono fiorite le soluzioni più disparate, in primis il radiocollare. Che francamente non risolve un fico secco, perché non è che sapendo dove sta un orso sappiamo dove sono le persone che ci si stanno avvicinando. Le quali, non hanno di certo il collare…
Ricordiamo che poi le batterie di eventuali collari hanno una durata di qualche anno, poi vanno sostituite con tutto il collare. L’operazione richiede una cattura e successiva sedazione, con somministrazione di siero atto al risveglio: operazione non priva di rischi e che ha già causato morti accidentali di alcuni esemplari, come di tanti animali di altre specie. Però su alcune cose stranamente siamo d’accordo col wwf, anche lui insorto alla decisione di Fugatti. Primo: indagare se il cane, guinzaglio o no, abbia favorito l’aggressione. Cosa che noi scriviamo da anni e che nessuno fino adesso ha mai sollevato: il cane non va portato dove ci sono animali di questo genere. Cinghiali compresi. Secondo, legalizzare gli spray anti-orso al peperoncino. Ancora illegali in Italia, che invece hanno dimostrato la loro efficacia in Nord America. Cosa anch’essa che abbiamo scritto e proposto da anni anche noi, senza mai ricevere alcun assenso da nessuno dei salva-orsi professionali (o sedicenti tali). E in ultimo finalmente si invoca “che la provincia autonoma di Trento riprenda un percorso fondato sulla promozione…partendo dalla conoscenza e non dai pregiudizi”. Bene, finalmente si riconosce che bisogna dire la verità alle persone in merito alla pericolosità di certi animali. E non spargere, come abbiamo già detto e scritto, le favole buoniste dell’animale “gentile”, pacioccone che evita gli umani…vedi il lupo per esempio. Ma vorremmo anche dire che quando si propose di reintrodurre l’orso in Trentino, negli anni Novanta, non ci fu una sollevazione popolare per contrastarla. E di soldi ne sono arrivati tanti (280.000 euro circa). Era difficile immaginare che prima o poi ci sarebbero stati incontri spiacevoli con alcuni di questi animali? Ciò nonostante bisognerà analizzare caso per caso e poi valutare il da farsi. Ci rimettiamo alle decisioni delle autorità scientifiche (e di nessun altro).