«Dove trovare le risorse per una buona riforma dell’università? Basterebbe tagliare gli armamenti e tassare i grandi patrimoni e le rendite finanziarie». Così Ignazio Marino, esponente del Pd, a margine del sit-in di protesta che si è tenuto davanti a Montecitorio, contro la riforma Gelmini. «Come Pd approfittiamo di questo slittamento, presumibilmente di due mesi, per introdurre la nostra proposta alternativa di riforma e intanto il Governo si guardi intorno, in Europa. La Francia di Sarkozy», ricorda Marino, «ha innalzato le tasse sulle rendite finanziarie. In Italia basterebbe passare dall’attuale, ridicolmente basso 12,5% a un più equo 20%. La Germania della Merkel ha tagliato drasticamente gli armamenti, mentre noi li potenziamo. L’idea di vendere le frequenze televisive liberate dal passaggio al digitale è buona, ma dobbiamo cambiare prospettiva. Se la formazione è un settore strategico per lo sviluppo, dobbiamo pensare all’università, come ai tempi della guerra fredda si pensava alla difesa: riforme strutturali e risorse che non dobbiamo inventarci anno per anno. Gli investimenti in ricerca, scuola e università sono centrali per il Paese, investire nel futuro di questa generazione è garantire crescita e sviluppo per l’Italia intera».
Certo, aggiungiamo noi, una quantità non disprezzabile di fondi per l’Università (o per altri scopi altrettanto benemeriti) potrebbe arrivare da una gestione manageriale delle armi in dismissione dall’esercito, invece di gestirle in modo burocratico stalinista e darle ai collezionisti (autorizzati dalla legge…) con il contagocce! Per non parlare di quelle che vengono distrutte…