Ha fatto indignare e sta facendo discutere la gaffe della presidenza del consiglio dei ministri che lo scorso 21 ottobre, per celebrare e annunciare le iniziative legate ai 100 anni della cerimonia del Milite ignoto, ha pubblicato su Twitter una locandina (pochi minuti dopo, ma tardivamente, rimossa) raffigurante alcuni soldati statunitensi impegnati in un conflitto decisamente diverso e successivo (la guerra di Corea, 1950-53). Anche con la cartina geografica sullo sfondo, non è andata meglio, visto che a quanto pare raffigura la Colombia, visto che vi si legge l’indicazione della città di Cartagena.
Le critiche sono immediatamente dilagate sui social, il giorno dopo la stessa presidenza del consiglio ha diffuso un comunicato nel quale si è scusata per l’accaduto: “Per un refuso durante le attività di selezione”, si legge, “è stata diffusa una immagine inesatta. Abbiamo provveduto a rimuoverla e sostituirla. Pur trattandosi di un episodio verificatosi nel contesto di carichi di lavoro particolarmente intensi, saranno adottati provvedimenti. La struttura di missione esprime sentito rincrescimento, scusandosi per l’errore compiuto”. La locandina è stata conseguentemente rielaborata, come risulta dall’immagine che postiamo qui sotto.
Tempi duri per la storia… e l’ortografia
Purtroppo, l’episodio in questione (che appare decisamente eclatante, vista la valenza storica del milite ignoto e visto che l’anniversario dei 100 anni non si può certo dire che abbia potuto cogliere di sorpresa le massime autorità dello Stato…) è solo l’ultimo svarione in ordine di tempo che riguarda celebrazioni storiche, ricorrenze e intitolazioni, tanto quando riguardano autorità locali, quanto nazionali.
Tra i recenti strafalcioni, non si può fare a meno di menzionare il refuso sul nome di Carlo Azeglio (e non “Azelio”) Ciampi sulla targa scoperta (e subito, con imbarazzo, ricoperta) a Roma sotto la giunta Raggi, come anche altra targa, sempre marmorea, inaugurata dal comune di Parma in commemorazione della battaglia del 18 febbraio 1248, nella quale Federico II di Svevia è diventato proditoriamente “di Svezia”.
È il metodo, il modo di lavorare, evidentemente, che non va: non si pretende che tutti siano esperti di storia patria o di storia medievale, ma è abbastanza evidente che, in special modo quando sono le pubbliche autorità a muoversi, deve esistere un procedimento di verifica dei processi e dei procedimenti che portano poi all’esecuzione di un lavoro. Invece capita, purtroppo, che a fronte di millantate certificazioni Iso 9001, a tutti i livelli, gli strafalcioni “istituzionali” vadano diffondendosi sempre più. Ci si lamenta che i cittadini non hanno senso dello Stato? Si provi, magari, a dar loro l’esempio di uno Stato del quale essere orgogliosi…