A Minneapolis i consiglieri comunali vogliono abolire la polizia “razzista”, ma alcuni di loro si muniscono di scorta privata… a spese ovviamente della cittadinanza!
Dopo la morte di George Floyd, l’afroamericano che ha perso la vita durante un arresto da parte di un poliziotto bianco, si è scatenata una protesta globale al grido “Black lives matter”, che tra i risvolti più peculiari ha avuto quello di trovare sponda in numerosi consigli comunali di città grandi e piccole, con proposte di riduzione di fondi alle forze di polizia (giudicate “razziste” in quanto tali) quando addirittura non di abolizione delle forze di polizia medesime. Una di queste città è quella di Minneapolis, salvo il fatto che oggi si viene a sapere che alcuni membri del consiglio comunale che hanno proposto il taglio dei fondi alla polizia e, addirittura, la soppressione del corpo di polizia in sé, in seguito a minacce ricevute, si sarebbero dotati di una scorta personale. Non sono note le generalità dei consiglieri né il loro numero (alcune fonti parlano di tre), si sa però che la loro scorta ha un costo di 4.500 dollari al giorno e che nelle ultime tre settimane è già costata alla cittadinanza ben 63 mila dollari. Al posto delle forze di polizia in dismissione, secondo i consiglieri dovrebbe essere avviato un programma di pubblica sicurezza orientato su un approccio “olistico e di salute pubblica”. Evidentemente sono previste eccezioni per i reggitori della cosa pubblica, sarà difficile immaginare che analoghi provvedimenti di tutela siano disponibili per il cittadino comune…