Niente più trofei di caccia sui voli Delta, United e American Airlines. Le tre compagnie aeree statunitensi, che hanno diversi collegamenti diretti con alcune città africane, non imbarcheranno più i resti di leoni, rinoceronti, leopardi, elefanti e bufali.
La decisione è stata presa senza fornire motivazioni ufficiali. La Bbc afferma che molto probabilmente è da ricondurre alla vicenda di Cecil, il leone abbattuto con l'arco in Zimbabwe a quanto pare dal dentista statunitense Walter Palmer, con dinamiche che dovranno essere chiarite.
Oltre 700 mila euro intanto sono stati raccolti dall’unità di ricerca e tutela della fauna dell’università di Oxford che seguiva dal 2008 il vecchio leone Cecil con un collare. I denari serviranno per nuovi progetti. E il 31 luglio l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha adottato all'unanimità una risoluzione contro il traffico di fauna selvatica che punta a porre fine al fenomeni del bracconaggio e del commercio illegale. La risoluzione, ideata e promossa da Gabon e Germania, è stata sostenuta da oltre 70 nazioni.
Il bracconaggio e la caccia illegale sono fenomeni contro i quali tutti i cacciatori che si possano definire tali sono schierati da decenni. A favore della caccia legale va ricordato un dato: solo nel 2003, i ricavi derivanti dalla caccia legale hanno rappresentato tra il 60 e il 90 per cento di tutti i fondi del dipartimento dei Parchi nazionali dello Zimbabwe. I membri del Safari club hanno pagato oltre 100 mila dollari per il supporto alla conservazione dell'elefante africano tra il 2012 e il 2014.
Peter Lindsey, biologo dell'università di Harare (Zimbabwe), ha dichiarato recentemente: "La caccia grossa è di importanza chiave nella conservazione della fauna in Africa, creando incentivi finanziari per promuovere e mantenere la salute ambientale in vaste aree". Il caso emblematico citato da Lindsey è quello del rinoceronte bianco, passato dai soli 50 animali superstiti di cent'anni fa a oltre 11 mila esemplari di oggi, che vivono allo stato libero. La causa di questo, secondo Lindsey, è dovuta ai ranchers che, spinti dall'incentivo finanziario dei cacciatori, hanno avuto interesse a portare avanti programmi di reintroduzione della specie. Lo stesso discorso è avvenuto in Sud Africa con la cape mountain zebra e il black wildebeest. "i cacciatori", ha dichiarato Lindsey, "prelevano annualmente tra il 2 e il 5 per cento della popolazione maschile di ciascuna specie cacciabile, entità che ha un effetto trascurabile sulla salute della specie". Per assicurare il mantenimento del corretto equilibrio nel tempo, Lindsey propone una sorta di caccia di selezione, con tanto di abilitazione all'attività venatoria sul modello dei selecontrollori.