Tra i mantra che ciclicamente, da alcuni anni, ritornano in auge nel programma disarmista negli Stati Uniti, c’è quello di introdurre una legge che renda responsabili civilmente (quindi con obbligo di risarcimento del danno) i produttori di armi per l’uso improprio o criminale dei loro prodotti. Che è un po’ come dire farsi pagare i danni dalla Fiat quando un ubriaco investe un pedone sulle strisce pedonali.
Lo Stato di New York, che è uno dei più rigidi nell’ambito della federazione per quanto riguarda la normativa in materia di armi, potrebbe rappresentare il “caso-pilota” in questo senso. Senato e Assemblea dei rappresentanti hanno, infatti, approvato un disegno di legge secondo il quale i produttori di armi potrebbero essere citati in giudizio nel caso in cui “mettano in pericolo la pubblica incolumità evitando di assumere iniziative per impedire che le loro armi vengano vendute illegalmente nello Stato di New York”.
Più specificamente, nel provvedimento è specificato che i produttori di armi “devono stabilire e utilizzare controlli e procedure ragionevoli per impedire che i suoi prodotti qualificati siano posseduti, utilizzati, commercializzati o venduti illegalmente nello stato di New York. Tutti questi membri dell’industria delle armi dovranno inoltre richiedere ai distributori e rivenditori a valle dei suoi prodotti qualificati di istituire controlli e procedure ragionevoli e adottare misure ragionevoli per garantire la loro attuazione”.
La responsabilità, quindi, non riguarderà solo i produttori, ma anche chiunque sia responsabile di “illegale o irragionevole vendita, distribuzione, importazione o promozione commerciale di armi” e sarà una sorta di responsabilità oggettiva, nel senso che non sarà necessario provare la specifica intenzione di mettere in pericolo la pubblica incolumità. Anche su cosa si intenda per “controlli e procedure ragionevoli” si apre un universo di speculazioni, atteso il fatto che evidentemente si tratta di condotte ulteriori e diverse rispetto a quanto già previsto dalle norme di legge.
Il provvedimento è incluso in un pacchetto di misure che comprende anche la messa al bando del possesso delle cosiddette “ghost guns” (armi prive di matricola perché assemblate con componenti semilavorati finiti poi artigianalmente a casa propria). Il provvedimento dovrà passare attraverso il vaglio da parte del governatore dello Stato, che ha potere di apporre il proprio veto.
La portata di questo provvedimento è potenzialmente dirompente, perché potrebbe aggirare a livello locale l’immunità nei confronti delle cause legali verso i produttori di armi che dal 2005 è accordata da una legge federale. Il governatore del New Jersey, Phil Murphy, ha già annunciato che supporterà una iniziativa simile nel proprio Stato. La National shooting sports foundation, associazione che rappresenta l’industria armiera statunitense, ha esplicitato la propria contrarietà al provvedimento e la Remington (oggi RemArms) ha già annunciato che, se sarà definitivamente approvato, trasferirà la propria fabbrica dallo storico sito di Ilion, a un’altra location al di fuori dello Stato di New York.