Il comitato direttiva 477 ha diffuso un comunicato nel quale replica al servizio di Striscia la notizia andato in onda ieri, riguardante il rilascio delle certificazioni per il porto d'armi
Il comitato direttiva 477 ha diffuso un comunicato in risposta al servizio andato in onda ieri su Striscia la notizia, avente per oggetto il rilascio delle certificazioni per il porto d’armi. Riceviamo e pubblichiamo:
Il servizio in onda ieri sera a Striscia la Notizia ha evidenziato determinate problematiche, già da tempo note alle associazioni del settore, relative al rilascio delle certificazioni mediche per il rilascio del porto d'armi.
Non possiamo ovviamente non condannare gli abusi documentati e le violazioni di quanto disposto dai Ministeri dell'Interno e della Salute, ma allo stesso modo non possiamo in alcun modo permettere che singoli episodi possano essere strumentalizzati al fine di mettere nuovamente in discussione la possibilità per gli Ufficiali medici di rilasciare le certificazioni in oggetto, che al contrario di quanto affermato nel servizio non possono in alcun modo essere considerate "inquietanti scorciatoie".
Non può inoltre considerarsi corretto, tanto più se sulla base di un singolo caso mostrato, far passare il concetto che tale sistema basato su tre certificazioni (certificazione medica per attività sportiva con le armi finalizzata al rilascio del Cima, certificazione anamnestica e certificazione di idoneità psicofisica) rilasciate da due distinti pubblici ufficiali possa essere in qualche modo considerato inaffidabile, quando al contrario l'esiguo numero di abusi verificatisi negli anni da parte dei titolari di licenza, statisticamente approssimabile a zero, è la dimostrazione dell'assoluta efficienza e sicurezza del sistema di controllo.
Cogliamo al contrario l'occasione per evidenziare e criticare l'enorme difformità e discrezionalità delle Asl per quanto riguarda gli accertamenti richiesti, spesso estremamente onerosi e che possono richiedere mesi per la loro esecuzione, al fine del rilascio delle certificazioni e ci auguriamo che quanto prima il Ministero della Salute voglia fare chiarezza al fine di uniformare tale procedura e stabilire esattamente tempi, costi ed accertamenti necessari, ovviamente evitando qualsiasi immotivata discriminazione.