Il deputato della lega Roberto Caon ha presentato un progetto di legge (il n° 1.166, allegato) che si propone di arginare i problemi causati dalla proliferazione incontrollata di alcune specie animali quali la nutria, nelle aree rurali e fluviali, e il piccione, soprattutto nei centri storici urbani dove, in conseguenza dell’abbandono degli edifici rurali a seguito dei processi di urbanizzazione e di industrializzazione, si sono create situazioni microclimatiche che hanno favorito l’insediamento di numerose colonie di esemplari. Il progetto prevede la possibilità, per le province interessate, di predisporre, previo parere dell’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale piani di controllo e di abbattimento delle nutrie, da attuare in collaborazione con le guardie venatorie e forestali, con agenti venatori volontari, con le guardie comunali munite di licenza per l’esercizio venatorio e con le guardie dipendenti dalle aziende faunistico-venatorie, nonché con operatori espressamente autorizzati dalle province, selezionati attraverso specifici corsi di preparazione alla gestione faunistica. Gli interventi possono essere eseguiti anche nei parchi naturali e nelle aree protette. Per i piccioni, il progetto prevede che i comuni adottino interventi urgenti per contenere e per ridurre il numero degli esemplari presenti sul territorio, attraverso l’utilizzo di mangime sterilizzante a base di nicarbazina.
Dopo la discussione iniziata pochi giorni fa alla commissione Agricoltura della camera sulla proposta di modifica della legge 157 del 1992 a firma del deputato Caon a altri, le associazioni ambientaliste si sono subito schierate a difesa sulla tutela della fauna selvatica: "La modifica – spiegano in una nota congiunta Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf – riguarderebbe l'inserimento della nutria e del piccione tra le specie escluse da qualsiasi tipo di protezione, in modo da autorizzarne facilmente l'uccisione senza i vincoli e le condizioni imposte oggi dalla legge. Ed è più che lecito presagire che, nel corso dell'iter, saranno aggiunte altre modifiche contro e non per la protezione della fauna". Per "contenuti e filosofia", insomma, pensare a modifiche (anche se migliorative e legittime) segnerebbe l’inizio di un pericolo percorso che può portare a profondi e gravi stravolgimenti della normativa italiana. A riprova di queste intenzioni, il fatto che i parlamentari abbiano subito annunciato che sarà chiesta la sede legislativa, con il chiaro obiettivo di nascondere alla maggioranza dei cittadini le proposte di aggressione agli animali e di approvare la legge evitando di passare attraverso l’esame ampio dell’aula.
“Una fretta che ha tutto il sapore della “furbata”, irragionevole ed ingiustificata – commentano le associazioni – perché la normativa vigente offre già le soluzioni: si tratta solo di volerle applicare correttamente, anche in merito alla gestione faunistica relativa a queste specie. Per questo, denunciamo da subito ben altre mire“.
Per questo le associazioni chiedono un incontro urgente a tutti i capigruppo in Commissione Agricoltura al fine di intraprendere un percorso trasparente ed evitare che, come già successo altre volte, siano fermati sul nascere i tentativi di stravolgimento della legge 157/92 per la protezione della fauna, minando i principi cardine della normativa vigente.