Quando la Cina ha deciso di proporsi all’estero ha cominciato a produrre qualcosa di differenziato e non ha esitato a copiare spudoratamente armi occidentali di successo, come Colt e Sig Sauer.
In quest’ultimo caso, sono stati replicati due modelli: la full size P226, ribattezzata Np22, e la compatta P228, ribattezzata Np34. Quest’ultima è l’oggetto della nostra prova.
La Np34 arriva dentro una valigetta in plastica, di non eccelsa qualità, con inciso il logo della Norinco. Aperta la confezione troviamo la pistola, un paio di bustine di carta contenenti alcuni piccoli pezzi di ricambio, un lungo spillone appuntito che dovrebbe servire per lo smontaggio dell’arma, un secondo caricatore, il libretto di istruzioni, uno spartano cacciavite con asola e il classico “sacchettino” di tela, legato con uno spago, che contiene prodotti anticorrosivi che, con i loro vapori, proteggono il contenuto della valigetta.
La Np34 è esattamente identica alla Sig Sauer P228, con il castello in lega e il carrello in acciaio, ma le finiture esterne fanno subito capire che non si è davanti all’arma tedesca: il castello è troppo lucido, mentre al contrario la parte superiore è molto più opaca e meno rifinita.
Una volta presa in mano, le differenze di finitura saltano ancora più agli occhi: la Np34 è lontana dalla perfezione delle lavorazioni delle armi tedesco-elvetiche, ma anche il prezzo, in definitiva, lo è, per cui non si può pretendere più di tanto. L’importante, casomai, è che la pistola funzioni senza incertezze come la sua “ispiratrice” e questo, come vedremo, non è un problema. Le fabbriche di armi cinesi sono sempre state sotto il controllo governativo e il loro scopo era quello di produrre rapidamente enormi quantità di pezzi senza troppo badare all’estetica e alle finiture. È evidente che, anche aprendosi al mercato internazionale, non si sono potuti modificare più di tanto i metodi produttivi, l’attenzione del lavoratore e, in definitiva, quello che noi chiamiamo controllo di qualità: i prodotti meccanici che provengono da Pechino sono molto grezzi per i nostri standard. I segni di lavorazione sono dappertutto, e sono ancor più evidenti nelle parti nascoste, mentre gli spigoli sono in alcuni punti taglienti, in altri sono stati arrotondati molto artigianalmente. La manodopera cinese è a bassissimo costo, per cui nella costruzione di parti meccaniche tradizionali non servono grossi investimenti in macchine a controllo numerico o in impianti per le nuove tecnologie: nelle pistole Norinco non vi è spazio per microfusioni, Mim (Metal injection moulding, una sorta di sinterizzazione), stampaggio avanzato di lamiere: tutto è fatto “alla vecchia maniera”, con tanto lavoro manuale e per asportazione di truciolo.
La prova più lampante è proprio in queste copie delle Sig Sauer: come noto, il progetto della Sig Sauer P220 (progenitrice della P228) nacque per rimpiazzare la costosa Sig P210, utilizzando metodologie costruttive economiche ma d’avanguardia, come lo stampaggio delle lamiere di elevato spessore.
Sull’originale P220, e sui suoi derivati come la 226 e la 228, il carrello è ottenuto per imbutitura di una spessa lamiera di acciaio e a esso viene collegato, con una spallatura e un perno, l’otturatore vero e proprio, ottenuto con tecniche più tradizionali. In questo modo si ha un notevole risparmio costruttivo e la possibilità di utilizzare lo stesso carrello per vari calibri semplicemente sostituendo il blocco otturatore.
Questa struttura composita ha mostrato tutta la sua validità negli anni e solo ultimamente, per le armi camerate in .40 Smith & Wesson, Sig Sauer ha preferito passare al carrello monolitico.
La copia Norinco delle armi Sig Sauer, ripropone la struttura composita del carrello otturatore della P226 e della P228, solo che, piuttosto di investire in costosi macchinari per lo stampaggio del guscio esterno, si è preferito realizzarlo per asportazione di truciolo partendo dal pieno, a dimostrazione del costo minimo della manodopera.
In definitiva, se si esamina la parte superiore della P228 e della Norinco Np 34, finiture a parte, i due pezzi risultano identici, solo che nel primo caso siamo di fronte a lamiere stampate, nel secondo a una loro “simulazione” partendo dal pieno.
Per il resto tutto è copiato in modo perfetto. Le guancette si differenziano solo per la presenza del logo Norinco anziché della scritta Sig Sauer, e sospettiamo che anche il loro materiale sia più dozzinale.
Anche il libretto di istruzioni è una clonazione di quello originale tedesco, in cui la parola Norinco sostituisce Sig Sauer: identica impaginazione, identici disegni esplicativi, identica sequenza delle lingue (tedesco, inglese, francese e spagnolo).
Per i lettori meno esperti, ricordiamo che la Np34 è una pistola a chiusura geometrica, con canna oscillante secondo lo schema Browning modificato. La canna presenta infatti, inferiormente, una rampa inclinata che viene intercettata da un corrispondente piano inclinato ricavato nel blocchetto di acciaio fissato al castello.
Allo sparo, canna e carrello, saldamente vincolati tramite l’incastro della camera di cartuccia prismatica nella finestra di espulsione, arretrano per alcuni millimetri, dopodiché i piani inclinati fanno abbassare la canna, svincolandola, e il carrello può arretrare compiendo il normale ciclo di sparo.
Sulla Np34, così come sulle Sig Sauer, non esistono sicure manuali, ma solo una leva abbatticane posta sul lato sinistro del castello.
La presenza di un robusto blocco al percussore e il cane a rimbalzo la rendono sicura nel porto con il colpo in canna.
Lo scatto è, ovviamente, ad Azione mista facoltativa.
Oltre al citato abbatticane, gli unici altri comandi (tutti sul lato sinistro) sono costituiti dal pulsante di sgancio del caricatore, posto alla base del ponticello, dalla leva per lo smontaggio primario, posta nella parte anteriore del fusto e dalla leva dell’hold open.
Quest’ultima è costituita da una piccola leva rigata posta all’estremità superiore della guancetta e, malgrado non possa definirsi surdimensionata, è facile da maneggiare.
La canna, lunga 98 mm, presenta una buona finitura delle righe e della camera di scoppio, che restituisce bossoli non deformati. Il problema dell’esemplare della prova è invece nella faccia dell’otturatore: la sua finitura, molto ruvida, lascia segni sul fondello dei bossoli e, soprattutto, la percussione è decentrata. Facciamo presente, però, che questo difetto non è stato riscontrato su altri due esemplari che abbiamo esaminato.
E per il funzionamento? Qui la Norinco Np34 ha mostrato di essere una pistola notevolmente affidabile: su oltre duecento colpi non abbiamo avuto il minimo problema, con accensioni regolari, espulsioni potenti e costanti, discreta precisione. Gli organi di mira sono ben dimensionati e di agevole acquisizione: tacca e mirino sono innestati a coda di rondine e portano riferimenti bianchi 3-dot system, laddove l’originale Sig P228 riporta, invece, i riferimenti tipo Von Stavenhagen (dot bianco al mirino e sbarretta bianca al centro della tacca, sotto la finestra a “U”). La soluzione adottata consente, in effetti, una precisione superiore nel tiro istintivo.
Gli scatti, come è naturale, non sono particolarmente esaltanti: la Singola azione ha un peso di sgancio di 2.200 grammi, mentre la Doppia azione arriva addirittura a 6.100 grammi.
In compenso, le reazioni allo sparo sono contenute e l’arma è ben controllabile nel tiro rapido.
Dal punto di vista della precisione, a 12 metri, tirando serie a due mani senza appoggio, abbiamo realizzato una rosata di 5 colpi in 30 mm con le cartucce commerciali Ps grand Fmj di 124 grs. Con le Rws di pari peso e profilo, i 5 colpi sono compresi in un diametro di 25 mm.
L'articolo completo è stato pubblicato su Armi e Tiro – gennaio 2005
Distributore: Erredi Trading, via G. Matteotti 311 – 25063 Gardone Val Trompia (Bs), telefono e fax: +39 030 8910743, info@erreditrading.com
Modello: Norinco Np 34
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: 9×21
Alimentazione: caricatore bifilare a presentazione singola
Numero colpi: 13
Scatto: Azione mista facoltativa
Percussione: cane esterno a rimbalzo
Canna: lunghezza 98 mm, rigatura a 6 principi destrorsi
Lunghezza totale: 180 mm
Altezza: 136 mm
Spessore: 37 mm
Mire: mirino e tacca innestati a coda di rondine, riferimenti circolari bianchi per il tiro con luce ridotta, lunghezza della linea di mira 143 mm
Sicure: automatica al percussore; leva abbatticane sul fusto
Peso: 915 grammi con caricatore vuoto
Materiali: fusto in lega, canna e carrello in acciaio, guancette in plastica
Dotazione di serie: valigetta in polimero, secondo caricatore, scovolo, manuale d’uso
Numero del Catalogo nazionale: 14.316 (arma comune)