In vista delle elezioni nazionali che si svolgeranno il prossimo ottobre in Nuova Zelanda, i partiti di centro-destra si mostrano divisi sul destino del famoso registro per le armi legalmente detenute, promosso dai laburisti di Jacinda Ardern e che entrerà in vigore il prossimo 24 giugno (con 5 anni di tempo per i proprietari di armi per provvedere all’iscrizione sul registro). Il partito Act New Zealand, infatti, ha già annunciato che se dovesse conquistare la maggioranza provvederà alla sua abrogazione, affermando che, a fronte di un investimento di 208 milioni di dollari, non avrà alcun effetto sul numero di armi illegali circolanti nella comunità. Affermazioni che sono state fortemente contestate dal presidente della Police association, Chris Cahill, il quale ha attribuito al partito di esprimere commenti “falsi e fuorvianti” sull’utilità del registro nazionale per le armi da fuoco. I portavoce dell’altro partito di centro-destra, il National party, hanno espresso maggior prudenza sul punto, evidenziando che, se andranno al governo, valuteranno “se valga l’investimento richiesto, se le informazioni private dei proprietari di armi siano sufficientemente protette e se sia realmente efficace nel limitare le armi illegali nella comunità”.