Cittadini neozelandesi preoccupati per le annunciate restrizioni, corrono ad acquistare le carabine semiauto. Ma alcune catene di negozi…
L’annuncio di restrizioni sul commercio di armi semiautomatiche, che potrebbero arrivare fino alla messa al bando, diffuso da parte del primo ministro Jacinta Ardern nell’immediatezza della strage nelle moschee in Nuova Zelanda, sembra abbia dato un impulso improvviso e consistente alla vendita di questo tipo di armi, da parte di cittadini neozelandesi che, evidentemente, pensano a portarne uno o più esemplari a casa prima dell’entrata in vigore delle nuove restrizioni. Oltre agli acquisti in sé, gli organi di informazione locali riportano che sono aumentate anche le telefonate ai negozianti, di persone che chiedono informazioni sui prezzi e su quanti esemplari siano rimasti disponibili in vendita.
Per contro, ci sono anche catene di distribuzione, come Hunting & Fishing New Zealand, che di propria iniziativa hanno assunto la decisione di togliere dalla vendita le carabine di “aspetto militare” ancor prima che vi siano indicazioni legislative o regolamentari al riguardo. La medesima decisione è stata presa dal gruppo di vendita on-line "Trade me".
Per quanto riguarda le armi utilizzate dall’attentatore, secondo la legislazione neozelandese ricadono nella categoria per la quale è prevista la licenza di tipo “A”, cioè quella di base ottenibile dai cittadini. Per rientrare nella categoria “A”, però, le carabine semiautomatiche non devono presentare alcune caratteristiche di tipo militare, come per esempio l’attacco per la baionetta, il rompifiamma, impugnatura a pistola separata e così via, ma soprattutto possono essere dotate di caricatori di capacità non superiore a 7 colpi. Le carabine utilizzate dal sedicente suprematista Harrison Tarrant avevano, invece, caricatori di capacità pari a 30, 40 e 60 colpi, procurati illegalmente. Al di là di ciò, tuttavia, è risultato che Tarrant fosse particolarmente attivo sui social media e che nei giorni precedenti la strage avesse postato immagini dell’equipaggiamento che avrebbe impiegato per il massacro, con il contorno di icone neonaziste. Per questo motivo, è attualmente in corso un’indagine presso le agenzie di intelligence neozelandesi per comprendere come mai un soggetto così platealmente pericoloso non fosse in alcun modo stato “attenzionato” dalla pubblica autorità.