Il primo ministro neozelandese laburista, Jacinda Ardern, è passata alla storia perché all’indomani della strage perpetrata a Christchurch nel 2019, ha fatto approvare, in tempi rapidissimi, una serie di norme molto restrittive sul possesso legale di armi nel Paese. Il provvedimento, come è noto, prevedeva anche il riacquisto da parte dello Stato delle armi semiautomatiche ritenute più pericolose. Ma sono state aggiunte anche nuove parti all’Arms act del 1983, con nuove regole in materia di licenze di armi e per quanto riguarda l’apertura e la gestione dei poligoni di tiro. È stata anche avviata l’istituzione di un registro nazionale delle armi da fuoco.
Adesso tuttavia il governo laburista è stato sostituito da una coalizione che vede una importante componente dei conservatori di Act ed è tornata in agenda del governo una revisione di quanto fatto dall’amministrazione Ardern. Si parla di una riscrittura vera e propria dell’Arms act, con l’abrogazione di tutta la sezione 6 (quella relativa ai poligoni di tiro): “I club e i poligoni svolgono un ruolo fondamentale nel migliorare la sicurezza delle armi da fuoco, ma stanno chiudendo sotto il peso degli attuali requisiti legali, che devono essere invertiti”, ha affermato il partito Act.
Il ministro associato della giustizia Nicole McKee si è spinto ancora ltre, affermando che l’accordo di coalizione sulla riscrittura della legge sulle armi significherà “ricominciare da zero”: “Garantire che i proprietari di armi da fuoco con licenza siano idonei e valutati attraverso un sistema graduale di licenze in cui le persone guadagnano fiducia nel tempo, e un’agenzia di rilascio delle licenze che effettua una serie di controlli, è il modo sensato di garantire la sicurezza pubblica”, ha affermato, “Un sistema che escluda coloro che non sono idonei e corretti, pur trattando con rispetto e dignità i proprietari di armi da fuoco adeguatamente controllati e autorizzati, è il risultato più sicuro”. Cosa questo significhi in concreto, si vedrà nei prossimi mesi. Sarà interessante, in particolare, capire se la coalizione di governo intenda, o meno, tornare indietro anche sulle caratteristiche delle armi vietate, quali appunto le armi “pericolose” messe al bando dopo Christchurch.