Nel padiglione della Francia, all'Expo di Milano, i coltelli Opinel sono protagonisti. Perché l'argomento è la buona tavola e i buoni coltelli sono indispensabili, e anche perché l'azienda di Chambery compie 125 anni.
Tutto ebbe inizio in un piccolo villaggio nel cuore delle Alpi francesi, in Savoia, non troppo lontano dall'Italia. Joseph Opinel progettò un semplice coltello tascabile adatto per gli agricoltori. Era il 1890 e da lì il prodotto principale, quel coltello tascabile, si è evoluto nella forma attuale, ma mai troppo distante dalla sua tradizione. Molto dopo, nel 1955, è stato inventato il sicuro e semplice anello di chiusura (denominato “Virobloc”) che blocca la lama in posizione aperta e può anche tenerlo bloccato in posizione chiusa. Mai prima, in Europa, un coltello ha avuto questa funzione aggiuntiva e utile. Ne sono stati venduti, in giro per il mondo, oltre 200 milioni.
La lama e il manico, acciaio e legno, i due materiali del coltello, sono sì sempre quelli, ma c'è così tanto di nuovo e "tecnologico" in essi. Opinel oggi nello stabilimento di Chambery (in corso di ampliamento) dà lavoro a 100 persone e produce migliaia di coltelli al giorno per venderne più di 4 milioni all'anno.
“L’idea che ha portato allo sviluppo di nuovi modelli per la casa e il giardinaggio, per esempio, nasce dall’obiettivo di produrre oggetti taglienti per i vari momenti della giornata e della vita”, riferisce il direttore generale Luc Simon.
Il numero 8 commemorativo e qui visibile non è in commercio, ma Opinel ha lanciato un concorso creativo per immaginare una grafica che potrà rivestire il coltello dell’anniversario.
Nella foto, da sinistra: Luc Simon, direttore generale aggiunto di Opinel; Françoise Detroyat, direttrice marketing e comunicazione; Jérôme Le Caïnee, direttore export; Claudio Darone, responsabile vendite e marketing Italia.