Nonostante il Pd avesse presentato un apposito ddl nella precedente legislatura, il suo presidente Orfini non ha chiara la differenza tra legittima difesa e pubblica sicurezza
Stanno facendo discutere le dichiarazioni rilasciate su Twitter da Matteo Orfini, presidente del Partito democratico, in materia di legittima difesa. Il deputato piddino, infatti, ha dichiarato: “Secondo il ministro dell'interno i cittadini devono armarsi per difendersi da soli. Ovvero, secondo il ministro dell'interno, l'attuale ministro dell'interno è inutile. Sull'inutilità di #Salvini sono d'accordo con Salvini, ma comunque riempire il paese di armi resta una follia”. Concetto rincarato poche ore più tardi: “I cittadini hanno diritto a un ministro che garantisca la loro sicurezza. Se la risposta è armatevi e fate da soli tu puoi anche cambiare mestiere”.
Il presidente Orfini ha evidentemente fatto un po’ di confusione tra le dichiarazioni reiteratamente rilasciate dal vicepremier Matteo Salvini sulla volontà da parte leghista di rivedere la normativa sulla legittima difesa e i risultati dell’indagine del Censis secondo la quale il 40 per cento circa dei cittadini vedrebbe con favore una normativa meno restrittiva per l’acquisto di armi.
In realtà (lo diciamo proprio a favore di Orfini, così lo sa) si tratta di due questioni molto differenti, così come sono molto differenti i concetti di legittima difesa e pubblica sicurezza. Il fatto che un politico riconosca che quando un cittadino si trova a far uso di un’arma a casa propria per respingere una aggressione, non sia sufficientemente tutelato dall’ordinamento giuridico, non significa che lo stesso politico non possa impegnarsi per potenziare le forze dell’ordine, facendo sì che i casi nei quali i cittadini devono difendersi da soli siano il meno possibile. È un dato di fatto, tuttavia, che i recenti casi di cronaca come i cosiddetti “casi” Stacchio e Sicignano hanno dimostrato che un cittadino per bene che si trova costretto a far uso dell’arma, si trovi poi intrappolato in un meccanismo giudiziario capace di durare anni e capace di costare decine di migliaia di euro, prima di arrivare all’archiviazione o all’assoluzione nei tre gradi di giudizio. Stupisce, a maggior ragione, l’apparente superficialità del commento di Orfini se si considera che nella precedente legislatura anche il suo partito ha preparato un ddl di riforma sulla legittima difesa, con primo firmatario David Ermini.
Dispiace constatare ancora una volta che, evidentemente, la politica giudichi una materia delicata e importante per i cittadini come la legittima difesa come un tema “di destra” o “di sinistra” ma, soprattutto, che un esponente di primo piano di un importante partito politico neanche abbia chiara la differenza tra legittima difesa e pubblica sicurezza.