Nel corso dell’assemblea nazionale di Federcaccia, il presidente Massimo Buconi mette a fuoco le strategie future: «Contrastare scientificamente le accuse più diffuse dagli anticaccia». Applausi per le donne cacciatrice. Bruno Modugno è Gentiluomo cacciatore
Si respirava un clima di entusiasmo e partecipazione nella sala che ha ospitato i lavori della 58a assemblea straordinaria, prima assise nazionale del nuovo mandato dopo quella elettiva dello scorso maggio. Un fitto ordine del giorno, scandito dal giovane presidente regionale della Sardegna, Davide Bacciu, per l’occasione presidente dell’assemblea, ha impegnato i presidenti regionali e provinciali intervenuti all’appuntamento. Alcuni interventi hanno preceduto la relazione del presidente nazionale, Massimo Buconi. Particolarmente apprezzato il progetto di comunicazione integrata a livello nazionale illustrato da Paolo Pini, amministratore della casa editrice Greentime che, accanto alla creazione di una rete di comunicatori diffusa su tutto il territorio nazionale, avrà una parte fondamentale nel raggiungimento di un più elevato livello di diffusione e promozione dei temi della caccia sia all’interno sia, soprattutto, all’esterno del nostro mondo, andando a incidere in modo più sensibile sull’opinione pubblica.
Un lungo applauso ha accolto la presentazione da parte della coordinatrice Isabella Villa del Coordinamento nazionale delle cacciatrici Federcaccia, destinato ad accogliere tutte le cacciatrici, cinofile e simpatizzanti, per dare alla componente femminile del nostro mondo una sempre maggiore visibilità e coinvolgimento concreto in tutte le attività della Fidc. Seguito con particolare interesse l’intervento del consulente assicurativo, con un focus sui sinistri occorsi nelle passate stagioni, che ha messo in evidenza come la causa di infortunio più alta non siano le armi da fuoco, ma le cadute e come la fascia di età più colpita non sia quella più elevata.
«Avere un’idea più precisa degli infortuni», ha sottolineato il presidente Buconi, «serve non solo a offrire ai nostri tesserati prodotti assicurativi sempre più mirati e, quindi, migliori, ma anche a contestare le accuse pretestuose più diffuse nei nostri confronti dagli anticaccia. Daremo sempre maggior spazio alla ricerca scientifica finalizzata al sostegno di una pratica venatoria sostenibile e rispettosa della biodiversità, valorizzando e continuando a investire nell’ufficio Studi e ricerche faunistiche e agro-ambientali, vero fiore all’occhiello della nostra federazione. Con il contributo delle sue indicazioni struttureremo meglio gli interventi giuridici non solo a sostegno, ma cercando di anticipare gli odiosi e in larghissima parte strumentali ricorsi ai calendari venatori individuando regione per regione i nostri punti di forza e di debolezza. Sempre in questo campo stiamo lavorando per organizzare un convegno giuridico di alto livello per analizzare dove sta andando la giurisprudenza in tema ambientale, venatorio e di benessere animale. Non sarà un momento per i cacciatori, ma per addetti ai lavori, avvocati, magistrati, giuristi, che abbia anche un valore di aggiornamento e formazione su un tema delicato, di quasi quotidiana applicazione, ma in realtà ben noto soltanto a pochi esperti.
«Accanto alla comunicazione e all’universo femminile», ha poi sottolineato il presidente, «abbiamo dato il via a un progetto rivolto ai giovani, non solo come cacciatori, ma anche come dirigenti. Vogliamo dare vita a un meeting di giovani cacciatori dove potranno conoscersi, confrontarsi e dirci cosa pensano e cosa vogliono dalla caccia di domani. È nostro dovere dar loro voce e ascolto e Federcaccia è ancora una volta aperta e disponibile ad assumersi questa responsabilità».
Un momento di piacevole commozione ha segnato l’assemblea con l’attribuzione a Bruno Modugno, uomo di cultura e decano dei giornalisti venatori italiani, del titolo di “Gentiluomo cacciatore”, la massima onorificenza della Federcaccia prevista per chi con la propria vita e il proprio esempio ha portato lustro alla caccia. Un titolo che Modugno, insieme ai pochi altri insigniti di questo riconoscimento, merita pienamente.
E in questa ottica, proprio a partire da questa assise, è stata introdotta un’altra onorificenza, quella de “Il cacciatore dell’anno”, per concedere un riconoscimento a quei soci che si sono distinti per particolari meriti conseguiti in atti o per il proprio impegno in materia faunistico-venatoria, ambientale, etica o sociale che abbiano portato onore nella società alla federazione e alla figura del cacciatore. La prima è stata attribuita a Gino Ranieri, per il ruolo di coordinamento della squadra di volontari da lui assunto durante l’intervento di salvaguardia nella zona protetta di Valle Mandriole (Valle della Canna) in seguito all’emergenza ambientale che ha colpito l’area umida. Altri riconoscimenti, questa volta per la loro attività all’interno della federazione sono stati attribuiti ad alcuni presidenti provinciali e comunali. “Presidente dell’anno” sono così stati nominati Carlo Cappellari, provinciale Valle d’Aosta; Francesco Antonio Greco, provinciale Cosenza; Corrado Figura, provinciale Siracusa; Paolo Barbera, comunale Gallico (RC); Moreno Bertocci, comunale Pescia Fiorentina (Gr).
L’assemblea è stata anche il momento per consegnare un piccolo ma sentito riconoscimento, agli atleti e ai tecnici che hanno rappresentato l’Italia agli ultimi Campionati del mondo di cinofilia, concludendo così in un clima di festa un appuntamento importante nella vita associativa della Federcaccia.