La consueta parata militare per la celebrazione della festa della Repubblica aveva una particolare valenza, quest'anno, sia perché era la prima alla presenza del neo-eletto presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia perché ricorrevano i cent'anni dall'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale. Nonostante questo, come al solito, si sono registrate le consuete note stonate. A partire dal presidente del consiglio Matteo Renzi, che molti hanno criticato in quanto non solo non ha fatto il benché minimo accenno alla situazione dei due marò "esiliati" in India da ormai oltre tre anni, ma non ha neanche invitato quello dei due (Massimiliano Latorre) che in questo periodo è fisicamente presente in Italia, per la convalescenza dopo l'ictus che lo ha colpito.
Dalle pagine "virtuali" dell'Huffington post, invece, il presidente nazionale del Movimento nonviolento Mao Valpiana ha criticato la parata in quanto tale, asserendo che sia "in contrapposizione ai fondamenti costituzionali, tra cui il ripudio della guerra e la difesa della patria affidata, appunto, al cittadino e non all'esercito". Nel ricordare che "il 2 giugno ad avere il diritto di sfilare dovrebbero essere le forze del lavoro", Valpiana ha ricordato che proprio in occasione del 2 giugno è avvenuto il deposito di 50 mila firme per il progetto di legge di iniziativa popolare per l'istituzione del Dipartimento della difesa civile, non armata e non violenta, che avrà tra i propri scopi "la preparazione di mezzi non armati di intervento nelle controversie internazionali". Sarà interessante, a questo punto, vedere questo splendido e utilissimo Dipartimento, confrontarsi pacificamente e "nonviolentemente" con l'Isis…