Mentre ci sono senatori (meglio, senatrici) che vaneggiano di costringere i privati a detenere le loro armi sportive nei poligoni, è bene sapere che, dando uno sguardo veloce alla cronaca, sono proprio i Tsn a essere nel mirino dei ladri, in particolare negli ultimi cinque anni!
Come dargli torto, d’altronde? I Tsn sono strutture nelle quali vengono conservati quantitativi già oggi tutt’altro che disprezzabili di armi (per le abilitazioni al maneggio e per il noleggio ai privati), congiuntamente a quantitativi molto cospicui di munizioni; sono strutture, in molti casi, isolate o comunque al di fuori del centro città (per il rumore); sono, infine, strutture che nelle ore notturne restano, a parte piccolissime eccezioni, incustodite e deserte. Ci può essere qualcosa di più ghiotto per un malfattore?
Alcuni esempi recenti: nel 2013, al Tsn di Civitavecchia una “banda del buco” ha perforato un muro (dopo aver disattivato l’allarme) e ha asportato le armi di proprietà della sezione; nel 2011, altro colpo da “banda del buco” al Tsn di Bari, questa volta però non riuscito; nel 2010, infine, è toccato al Tsn di Candela (Fg), dal quale sono state asportate 11 pistole e 22 mila cartucce, recuperate fortunatamente in seguito.
A questo punto, la domanda che le senatrici sembrano non essersi minimamente poste è: secondo voi, quando invece di 15-20 armi, in un Tsn ce ne saranno alcune migliaia, i ladri saranno scoraggiati dal tentare la razzia? O non saranno forse ulteriormente motivati a intervenire, magari anche con mezzi ancor più drastici? Fermo restando che, ovviamente, nessun Tsn ha i fondi e in molti casi neanche gli spazi per mettere in sicurezza migliaia di armi. Insomma, quella delle senatrici Amati e Granaiola sembra sempre di più, con il passare dei mesi, una pensata geniale!