Dopo il ferimento di un agente di polizia in appostamento in borghese a Napoli, il quotidiano on-line “Sostenitori delle forze dell’ordine” ha tracciato un quadro a dir poco desolante sulle condizioni di lavoro degli agenti di polizia in servizio nel capoluogo campano. Innanzi tutto, come è drammaticamente emerso, il personale in borghese della polizia che si occupa degli appostamenti non dispone di giubbetti antiproiettile sottocamicia: “Non costa molto, circa 500 euro”, è il commento, “ma al ministero dell’Interno fa più comodo annunciare l’arrivo di 50 (inutili) agenti di rinforzo piuttosto che impegnarsi seriamente per un equipaggiamento davvero adeguato”. “E se scappa il conflitto a fuoco coi criminali bisogna affidarsi solo alla Madonna di Pompei”, è l’accusa: “I poliziotti hanno un unico caricatore con munizioni, peraltro, adatte più a una trincea che a un contesto urbano per il loro alto potere penetrante e rimbalzante. La pistola d’ordinanza pesa oltre un chilo, ed è assai ingombrante. È un’arma di vecchia generazione, come il mitragliatore M12”.
Quanti siano in grado di premere il grilletto in condizioni di pericolo non è però dato saperlo considerato che gli addestramenti al poligono sono di fatto sospesi da anni. Chi vuole tenersi in allenamento, si attrezza in proprio. “Quello che è accaduto a Napoli è gravissimo – commenta Ernesto Morandini del Sap – ma potrebbe succedere ancora. Non si può friggere il pesce con l’acqua, non si può continuare a disinvestire in sicurezza, a bloccare il turn over, a tagliare presidi e ad avere mezzi e strutture in condizioni fatiscenti e spesso in riparazione”.