Anche dopo l'interrogazione parlamentare della Lega il ministero dell'Interno avrà il coraggio di proporre limitazioni assurde all'attività di tiro dei poligoni privati?
Ecco il perché dell’accelerazione di cui abbiamo scritto. Domani 18 aprile si discute al ministero dell’Interno la bozza di regolamento sui poligoni privati. Sappiamo che tale bozza risulta assai dannosa e che per analizzarla erano state convocate inizialmente le sole associazioni di categoria Anpam, Assoarmieri e Conarmi, che avevano poi preteso che l’invito fosse rivolto anche agli interessati veri, cioè le federazioni di tiro e anche all’Associazione nazionale poligoni privati, sulla rappresentatività della quale, però, ci permettiamo di nutrire qualche dubbio. Domani, dunque, speriamo finalmente di capire cosa c’è nella testa dei dirigenti del ministero: se cioè intendano portare avanti il regolamento di cui eravamo riusciti a entrare in possesso nel marzo del 2017 e che conteneva prescrizioni talmente irrealizzabili da decretare la fine dei poligoni privati e anche di quelli temporanei, sui quali per esempio, si svolge buona parte del nostro Circuito di gare per cacciatori.
Siamo molto preoccupati e non siamo gli unici se la Lega ha pensato di presentare un’interrogazione parlamentare sull’argomento al senato, paventando proprio il rischio di chiusura di attività imprenditoriali e di blocco dell’attività sportiva. Confidiamo che tale interrogazione abbia almeno messo sul chi va là il ministro e così i suoi dirigenti sentano finalmente l’esigenza di tornare sulle posizioni indicate a suo tempo dal parlamento e agiscano anche con la trasparenza che finora non hanno minimamente manifestato e che invece l’argomento richiederebbe.
Come riporta l’interrogazione parlamentare: “nel tempo, su iniziativa di privati e di associazioni sportive, sono nati numerosi campi di tiro e poligoni dove vengono praticate discipline del tiro di livello olimpico, come il tiro a volo, e di rilevanza sportiva internazionale. In tali strutture, sovente, svolgono attività addestrative anche reparti delle forze armate e di corpi di polizia, anche locale; la gestione delle attività in queste strutture ha generato un’occupazione diretta di centinaia di lavoratori e un’economia indotta che occupa decine di migliaia di lavoratori; in relazione alle attività svolte da migliaia di tiratori in questi campi di tiro e poligoni, in tanti anni di esercizio, sono avvenuti rarissimi incidenti con danni alle persone e nessuno di questi ha riguardato persone esterne alle strutture, a dimostrazione che le precauzioni, di tipo infrastrutturale e organizzativo, sino a ora spontaneamente adottate dai soggetti gestori, si sono dimostrate efficaci”.