La cosiddetta legge sul ripristino della natura (Nature restoration law) dopo essere stata approvata lo scorso marzo dal Parlamento europeo, è stata approvata anche dal Consiglio Ue. Determinante, per raggiungere la maggioranza qualificata del 65 per cento richiesta, il cambio di orientamento dell’Austria, che ha votato a favore. Contrari invece Ungheria, Polonia, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia e Italia, astenuto il Belgio. Il Parlamento europeo e il Consiglio avevano precedentemente concordato il testo di questo regolamento europeo durante i negoziati del trilogo nel novembre 2023.
Il regolamento mira a ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’Ue entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. “Questa è una buona notizia per le popolazioni europee di piccola selvaggina”, è stato il commento della Face, la Federazione europea delle associazioni venatorie, “La politica europea sull’uso del territorio è stata uno dei principali motori della perdita di biodiversità. Risolvere questo problema richiede una soluzione della stessa scala. Face sostiene da tempo una maggiore priorità per il ripristino degli habitat; ora, questo è diventato una realtà. Il voto di oggi significa che è possibile progettare misure di ripristino su misura a livello nazionale, garantendo al tempo stesso finanziamenti e incentivi adeguati per agricoltori e proprietari terrieri. Guardando al futuro, il successo della Legge sul Ripristino della Natura dipende da un forte sostegno politico e dalla partecipazione attiva di tutti i soggetti interessati rurali. Ciò include agricoltori, gestori del territorio, silvicoltori, pescatori e cacciatori, i cui sforzi collettivi possono trasformare questa legge in iniziative tangibili sul campo. Sono essenziali finanziamenti significativi per garantire che attraverso i piani nazionali di ripristino possano essere rese disponibili opzioni finanziariamente interessanti per le parti interessate rurali. Molti Stati membri hanno fatto riferimento a questo punto prima del voto di oggi”.
Trattandosi di un regolamento europeo, l’entrata in vigore sarà immediata e non necessiterà di un recepimento da parte dei singoli Stati membri, ai quali invece competerà di sottoporre all’Unione europea specifici piani nazionali di ripristino degli ecosistemi entro il prossimo biennio.
“Face ha raccolto centinaia di progetti di ripristino su piccola scala gestiti da cacciatori locali in Europa nel suo Manifesto sulla Biodiversità . È fondamentale riconoscere i progressi significativi già raggiunti grazie a questo lavoro dedicato dei cacciatori di tutta Europa. La Legge sul Ripristino della Natura rappresenta un’opportunità unica per amplificare queste azioni con una pianificazione a livello nazionale e risorse dedicate, ispirando una nuova ondata di sforzi di ripristino. Il successo dell’attuazione di questa legge dipenderà dalla progettazione da parte degli Stati membri di validi “Piani nazionali di ripristino” in modo proattivo con le parti interessate come agricoltori, proprietari terrieri, cacciatori, silvicoltori e altri attori chiave. Ciò è essenziale per garantire che le iniziative sul campo abbiano successo a lungo termine per la selvaggina e la fauna selvatica. Il ripristino della natura non implica l’interruzione delle attività negli ecosistemi ripristinati, compresa la caccia. Il ripristino non deve essere confuso con gli obiettivi dell’Ue relativi alle aree protette stabiliti nella Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, che è ulteriormente spiegato nel Documento di lavoro dei servizi della Commissione europea sui criteri e sulla guida per la designazione delle aree protette .
Le misure ritenute onerose sono state rimosse nel corso del lungo processo negoziale. Il testo è ora il minimo indispensabile per consentire il ripristino della natura”.