Dopo l´udienza ufficiale alla corte europea di giustizia per il ricorso contro la direttiva 2017/853, si conosce la data in cui l’avvocato generale dovra’ presentare le proprie conclusioni
L’udienza tenutasi lo scorso 5 marzo alla corte europea di giustizia e’ stata seguita con interesse da un folto pubblico, che ha riempito la sala. Quindici i giudici che saranno chiamati a pronunciarsi in merito al ricorso sulla direttiva “antiterrorismo” (meglio sarebbe chiamarla “anti-armi legali”) 2017/853, proposto dalla Repubblica ceca e al quale si sono associati Polonia e Ungheria. Finalmente esplicitata la data ufficiale nella quale l’avvocato generale dovra’ presentare le proprie conclusioni: il 28 maggio. La corte si pronuncera’ probabilmente per la meta’ di settembre, e’ possibile che vengano accolte e fatte proprie le conclusioni dell’avvocato generale ma esiste anche la possibilita’ che la corte decida in modo differente.
Il futuro possibile prevede tre scenari: il primo, ovviamente, e’ che il ricorso venga rigettato in toto, lasciando le cose esattamente come stanno; il secondo e´che il ricorso venga accolto totalmente e che la direttiva venga conseguentemente annullata; il terzo prevede la possibilitá’ di un accoglimento parziale, con la conseguente apertura di tutto un ventaglio di opzioni anche piuttosto surreali. Per esempio, uno dei motivi di ricorso che la corte potrebbe accogliere e’ relativo alla discriminazione accordata alla Svizzera per quanto riguarda la disciplina delle armi in dotazione ai riservisti, rispetto a quanto previsto per gli altri Paesi ai quali si applica la direttiva. In tal caso, la Svizzera si troverebbe paradossalmente a subire una direttiva piu’ rigida proprio appena dopo che la consultazione referendaria sulla normativa di recepimento (prevista per il 19 maggio) potrebbe decidere di dare esecuzione al testo originariamente previsto. Il che potrebbe, eventualmente, comportare ulteriori scossoni politici nel Paese elvetico e non solo. Staremo a vedere…