Rispondiamo alla circolare Fidasc

Ecco la risposta di Armi e Tiro alla circolare che la Fidasc ha spedito qualche giorno fa alle autorità di ps:Gentile Buglione, ho letto (e riferito alla commissione Tiro di campagna) con una certa apprensione della circolare da Lei inviata in data 11-11-2005 a Questori, Carabinieri e altre autorità, avente come oggetto: “Attività sportive di una Federazione sportiva nazionale”. Accetti queste poche considerazioni, scritte con puro spirito collaborativo e … Ecco la risposta di Armi e Tiro alla circolare che la Fidasc ha spedito qualche giorno fa alle autorità di ps: [

] Gentile Buglione, ho letto (e riferito alla commissione Tiro di campagna) con una certa apprensione della circolare da Lei inviata in data 11-11-2005 a Questori, Carabinieri e altre autorità, avente come oggetto: “Attività sportive di una Federazione sportiva nazionale”. Accetti queste poche considerazioni, scritte con puro spirito collaborativo e voglia cortesemente prenderne spunto per rettificare i contenuti della circolare. La Fidasc è una normale associazione di diritto privato, che non ha affatto il monopolio dello sport agonistico o amatoriale che praticano i suoi soci né soprattutto gli altri e che non può arrogarsi il potere di rilasciare autorizzazioni o nulla osta e di pretendere di limitare la libertà dei cittadini di svolgere tutte le attività consentite dalla legge o di imporre obblighi di iscrizioni o controlli da parte della Fidasc. Anche se Fidasc si riferisse alle sole manifestazioni ufficiali sportive inquadrate all’interno dell’attività del Coni, non si vede cosa c’entrino “Questori, Carabinieri ed altre autorità”. Questo atteggiamento risulta inspiegabile se non come una sorta di tentativo di accreditarsi in modo autoreferenziale, sul territorio, utilizzando un metodo inquisitorio, ponendosi dalla parte dei controllori, quando poi sul tiro di campagna, per esempio, ci risulta non abbia ancora nemmeno i controllori, i giudici cioè, né una propria struttura ad hoc. L’atteggiamento è dannoso per l’intero settore: le autorità di polizia non hanno alcuna voglia né sensibilità necessaria per impegnarsi e per distinguere. La legge non impedisce di organizzare campi di tiro occasionali o in pianta stabile e, anzi, proprio nella relazione che accompagna il recente ddl Pisanu, si fa riferimento all’intenzione di “disciplinare rigorosamente i luoghi in cui l’uso ludico delle armi dovrebbe essere consentito”. Soprattutto, negli ormai 5 anni di Circuito Armi e Tiro, di cui abbiamo esperienza diretta, ma anche nel corso delle centinaia di gare che si svolgono ogni anno in periodo di caccia chiusa, non si è mai verificato un incidente. Sarebbe, infine, interessante capire cosa pensano su questa circolare tutte le altre federazioni sportive del settore. Una sua sollecita risposta in merito ci consentirebbe di tranquillizzarle e di calmare i praticanti (e non) nostri lettori. Cordiali saluti. Dr. Massimo Vallini, direttore responsabile di Armi e Tiro