Con sentenza n. 07160 pubblicata il 1° giugno 2022, il Tar del Lazio è tornato a occuparsi della sempre “calda” questione dell’affidabilità (o non affidabilità) del cittadino legale detentore di armi, emanando una sentenza piuttosto interessante in relazione al caso di un cittadino che si era visto sequestrare le armi e ritirare il porto d’armi, per aver “proferito minacce con l’uso di armi”.
Il cittadino aveva prodotto una memoria difensiva nella quale ha dichiarato di aver subito nell’ultimo anno una estorsione in denaro dalla persona che lo aveva denunciato, ma “agli atti del suddetto commissariato non risultano presentate denunce dal ricorrente”. Per questo motivo, l’autorità di Ps ha ritenuto fossero emersi dubbi ragionevoli sull’affidabilità del cittadino in relazione al non abuso delle armi.
La difesa del ricorrente ha tuttavia eccepito che il provvedimento si è basato su “una mera segnalazione”, un “imprecisato deferimento all’autorità”, al quale non sono conseguiti né provvedimenti di condanna né tantomeno indagini da parte della procura, per alcun reato. Circostanza che è stata ritenuta meritevole di accoglimento del ricorso da parte del Tribunale, il quale ha osservato che “la motivazione (del ritiro delle armi e del porto d’armi, ndr) si basa solo su un deferimento della procura della Repubblica ex art. 612 comma 2 c.p., che non ha avuto seguito, posto che il ricorrente non è mai stato nemmeno indagato, come affermato incontestatamente nella memoria depositata in limine all’udienza di merito”.