La Romania, come molti sanno, ha un patrimonio faunistico di tutto rispetto, con numerose zone boscate che ne fanno una terra veramente molto ricca a livello naturalistico. Da sempre ha mantenuto una grande popolazione di orsi bruni che principalmente rappresentavano un bacino faunistico che procurava notevoli introiti specialmente per la caccia programmata che veniva praticata su questo plantigrado. I trofei sono stati sempre molto importanti e naturalmente la caccia contribuiva a sanare eventuali problemi di convivenza con gli abitanti, in particolare per quanto riguarda i capi problematici, e ne teneva sotto controllo il numero insistente sul territorio. Dal 2016, anche in seguito alle proteste delle associazioni animaliste, la gestione è stata fermata e, naturalmente, sono cominciati i problemi di convivenza con i cittadini, con gli animali allevati e tutto quello che ne consegue, in seguito all’aumento demografico della popolazione di plantigradi. Le autorità preposte sono, quindi, tornate a valutare l’ipotesi di riaprire la caccia a questi animali e sarebbe già stata stabilita una quota di orsi da gestire, ben 480, rispetto alla popolazione totale stimata, che è censita tra i 7.500 e gli 8.000 animali. Il Ministro preposto ha già firmato l’ordine che autorizza i metodi dell’abbattimento per ridurre i conflitti uomo-orso. Si pensi che dal 2016 si sono verificati ben 154 attacchi su esseri umani, dai quali sono scaturiti 14 decessi. Naturalmente un’associazione animalista molto attiva ha già mandato una petizione al parlamento europeo per richiedere nuovamente la protezione degli orsi bruni. Aspettiamo gli sviluppi ben sapendo che a tutt’oggi altri metodi per ridurre una popolazione animale non ce ne sono.
Romania: fissate le quote di abbattimento degli orsi
La Romania sta riprendendo in considerazione l'idea della caccia di selezione all'orso: fissata in 480 esemplari il quantitativo di plantigradi da abbattere