Otto colpi di sostanza

Nato in .44 magnum quasi mezzo secolo fa, il Redhawk è adesso disponibile in .357 magnum con tamburo di 8 colpi: con canna di 4,2 pollici, è un mix perfetto tra potenza, autonomia di fuoco, equilibrio

Di Matteo Cagossi

Se c’è un’arma in grado di rappresentare l’azienda americana Ruger, questa è proprio il revolver Redhawk. Fu introdotto sul mercato alla fine degli anni Settanta, quale risposta commerciale all’apprezato modello 29 di Smith & Wesson in quanto, dopo la proiezione della mitica serie di film Dirty Harry con Clint Eastwood nei panni dell’ispettore Callaghan, il pubblico di appassionati si accorse di non poter vivere senza un revolver ad azione mista in calibro .44 Remington magnum.
Successivamente furono allestite versioni anche in altri calibri, quali il .41 Remington magnum e il .45 Acp, sempre con tamburo a 6 colpi.
Alcuni mesi fa, invece, è nata la versione camerata per il calibro .357 magnum, ma con tamburo a 8 camere già predisposte per accettare il caricamento anche tramite le “lunette” d’alimentazione.
Ciò al fine di insidiare il competitor di sempre, Smith & Wesson, il quale ha messo in linea il modello 627 con tamburo sempre da 8 colpi e nato per il Tiro dinamico.
Canna pesante di 4,2 pollici (10,6 mm), tamburo “pieno”, castello microfuso senza cartella laterale e un peso di 1.385 grammi di solido acciaio inox, il Redhawk 8 times si presenta come un massiccio revolver adatto all’attività sportiva, così come è pronto a difendere quanti si sentano minacciati da “un’offesa ingiusta”.
Il Redhawk 8 times, essendo nato per gestire ben altri calibri, appare ed è sovradimensionato per il .357 magnum, tant’è che le 8 camere trovano “comodamente” posto nel tamburo cilindrico. Il tamburo è privo di solchi d’alleggerimento ed è lungo ben 44,5 mm con diametro pari a 45,4 mm.
Lo spessore minimo delle pareti tra le camere è di 1,5 mm mentre lo spessore della parete esterna, pari a 3 mm, garantisce la massima sicurezza del tiratore in caso di ricariche avventate.
Vista la cospicua lunghezza del tamburo, è anche possibile impiegare munizioni realizzate con quote ben superiori agli standard Cip per gestire al meglio anche caricamenti spinti con palle destinate al tiro alle silhouette metalliche, generalmente del peso di 180 grs. In fase di chiusura, il tamburo è bloccato in tre distinti punti (altra prerogativa Ruger): un piolo elastico protrude dalla stella di rotazione e si incastra, di precisione, nell’apposito foro ricavato nel centro dello scudo di culatta; inferiormente, il congegno di blocco della rotazione concorre a trattenere il tamburo in posizione mentre anteriormente, sul giogo, è situata la terza chiusura geometrica. Proprio quest’ultima chiusura è il segno distintivo della produzione moderna Ruger. Nella parte anteriore del giogo è presente una leva la quale, in chiusura, s’incastra di precisione nell’apposito recesso ricavato nella parte anteriore del castello creando, in tal modo, un solidissimo vincolo meccanico a prova di “bomba”.
Al fine di comandare l’apertura anche della terza chiusura tramite il pulsante di svincolo del tamburo, posto in posizione classica, sui revolver Ruger ad azione mista l’alberino d’espulsione non è rotante, bensì solamente traslante.
L’estrazione avviene per mezzo della classica stella comandata dal citato alberino, la quale è in grado di espellere i bossoli, siano essi vincolati alle full moon clips, oppure caricati singolarmente.
In tale contesto, giova evidenziare che la stella d’estrazione ed espulsione è ribassata per consentire l’uso di clip, mentre la porzione esterna del tamburo è dotata di apposito “scalino” deputato a trattenere parte del fondello del bossolo.
Ciò permette di sparare anche senza “lunette”, come in un qualsiasi altro revolver calibro .357 magnum.
In ogni caso, Ruger fornisce tre “lunette” a corredo dell’arma mentre, tramite l’importatore, è possibile approvvigionarsi di altre clip in base alle eventuali necessità sportive.
Gli spessori di tamburo e telaio sono progettati per resistere al massivo impiego di cariche esasperate in calibro .44 Remington magnum per cui, impugnando l’arma, si ha la netta sensazione di disporre di un revolver indistruttibile.
Il Redhawk ha il cane infulcrato al fusto per mezzo di un perno passante, estraibile a mano, comandato da una unica molla a spirale incidente su una leva che concorre anche a gestisce anche il ritorno del grilletto. Al fusto è collegata anche un’ulteriore molla a filo, sempre amovibile senza strumenti, che gestisce il bocciolo di rotazione del tamburo. Il grilletto, il bocciolo, la leva d’arresto del tamburo e la transfer bar sono vincolati a un blocchetto estraibile il quale, anteriormente, trattiene anche il giogo del tamburo. Questa impostazione meccanica, permette di smontare completamente il revolver per la manutenzione del caso, senza rimuovere alcuna vite se non quella che trattiene le guancette.
Le guancette sono realizzate in legno dall’accattivante finitura liscia, molto belle ma altrettanto inadeguate all’impiego sportivo. Rimuovendo le stesse, si scopre il telaio dell’impugnatura al cui interno è presente una bussola di centraggio polimerica la quale contiene il perno utile per trattenere la molla del cane in compressione (condizione necessaria per lo smontaggio del revolver).
L’impugnatura è di tipo square, cioè squadrata e, in concomitanza con la canna lunga 4,2 pollici, assolve onorevolmente alla propria funzione. Con canne di lunghezza superiore o per impiego sportivo, ritengo sia utile adottare guancette in gomma ad alta aderenza.
La canna, come accennato, è di tipo pesante: non presenta il contrappeso inferiore a tutta lunghezza, bensì solamente la carenatura dell’alberino d’espulsione e, in relazione al diametro esterno pari a 20 mm, con la propria massa, concorre significativamente a limitare le reazioni allo sparo dell’arma. L’anima di canna è solcata da 6 rigature con passo di 18,75 pollici (476 mm) e termina in volata con corona di protezione tipo match.
Nella parte superiore, vanta una spessa bindella integrale con finitura antiriflesso la quale, in volata, è interrotta dal mirino a rampa innestato a coda di rondine. Il mirino è brunito con porzione rivolta al tiratore zigrinata antiriflesso e verniciato color arancio acceso per tiri in condizione di illuminazione sfavorevole. Il mirino fa coppia con la tacca di mira regolabile micrometricamente con foglietta dotata di riferimento a ”cornice” bianca. I congegni di puntamento sono reciprocamente ben dimensionati per agevolare il tiro di precisione ma senza pregiudicare il tiro difensivo o nei confronti di minacciose sagome in cartoncino. Proprio in previsione di questi ultimi casi, abbiamo condotto le prove di tiro esclusivamente sfruttando la Doppia azione, anche perché la Singola è risultata piuttosto lunga e dal carico eccessivo per essere sfruttata adeguatamente.
Lo scatto in Doppia azione, viceversa, è apparso quanto mai fluido e dal carico non eccessivo, tanto da permetterci di ottenere rosate sempre concentrate. Il timing è corretto e, soprattutto, la rotazione del tamburo di soli 45 gradi, rispetto ai 60 delle “sei colpi”, permette di apprezzare il bloccaggio del tamburo già a metà della corsa del grilletto, pari a circa 13 mm.
Il grilletto è curvo, liscio e dai lati ben smussati mentre il cane, particolarmente esposto, mostra la faccia anteriore a scalino, tipica dei revolver Ruger. Il percussore, infatti, è vincolato all’interno del castello e non viene mai a contatto diretto con il cane. Come presidio principale di sicurezza, l’arma è dotata della sicura attuata dalla transfer bar o barra di trasferimento. Tale congegno è costituito da una barretta imperniata al grilletto la quale, solo a grilletto completamente premuto, si interpone tra la coda del percussore e la faccia del cane in modo da trasmettere al primo l’energia cinetica di quest’ultimo. Quando il grilletto viene rilasciato, la barretta si abbassa lasciando il cane appoggiato al castello e il percussore libero di arretrare. Sistema collaudato, sicuro e a prova di qualsiasi eventuale evento “traumatico”. L’altra sicura automatica di cui è dotato il revolver è data dal pulsante di svincolo del tamburo che impedisce l’apertura qualora il cane sia armato e, al contempo, inibisce la possibilità di sparo a tamburo non perfettamente chiuso. Aprendo il tamburo, si apprezza la “voracità” delle 8 camere con imbocco svasato: con palle di forma ogivale, è sufficiente abbandonare la clip in direzione del tamburo per vedere il cilindro fagocitare le “piccole” cartucce. Con proiettili a punta piatta o semi-wad cutter, viceversa, è necessario centrare perfettamente le 8 camere, il che non è particolarmente rapido. Per le prove a fuoco abbiamo impiegato munizioni calibro .38 special e .357 magnum prodotte da Magtech con proiettile blindato semiogivale a punta piatta di 158 grs le quali non sono state particolarmente “collaborative” durante il ricaricamento rapido tramite “lunette”.
Viceversa, con le cartucce Federal American Eagle blindate con palla round nose di 130 grs, la ricarica con la clip è risultata rapida e precisa.
Rifornito e chiuso il tamburo, ho iniziato a prendere confidenza con il Redhawk sparando in Doppia azione alcune serie di 8 cartucce con munizioni calibro .357 magnum. Le cartucce Magtech si sono rivelate particolarmente “frizzanti” ma, grazie alla massa di oltre 1.400 grammi carico, il Redhawk non ha vacillato, restituendo reazioni estremamente composte costituite dal rinculo secco ma di lieve intensità e dal rilevamento assolutamente gestibile. Il ritorno in punteria è apparso piuttosto rapido, grazie anche all’ergonomia dell’impugnatura che ne consente una presa stabile (anche se non comodissima). Ciò è stato rilevato anche nel tiro a una mano in pieno stile Callahan (la “g” è stata aggiunta nella traduzione italiana): nonostante il peso consistente del revolver, è stato facile realizzare rosate di tutto rispetto.
Nel tiro a una mano, però, è necessario un buon allenamento poiché la notevole massa dell’arma, tende ad affaticare. Il Redhawk non è certo un’arma per tiro accademico ma, viceversa, è destinato essenzialmente al tiro sportivo, dinamico o ludico e, perché no, all’impiego difensivo. Ambito, quest’ultimo, ove si possono sfruttare tutti i chilogrammetri forniti dal .357 magnum a piena carica.
Nel tiro sportivo e dinamico, invece, impiegando cartucce debitamente caricate al fine di permettere il raggiungimento del “fattore” (almeno minor) previsto per l’eventuale division, come le .38 special della Magtech utilizzate per le prove, si può godere di un’arma estremamente stabile e dal certo risultato. Anche con tali cartucce, infatti, non abbiamo faticato a realizzare costantemente rosate inferiori ai 10 cm di dispersione a 15 metri nel tiro in Doppia azione. L’estrazione ed espulsione dei bossoli (con e senza clip) è sempre apparsa decisa e priva di incertezze grazie alle camere perfettamente dimensionate che non permettono ai bossoli di deformarsi.
La percussione, per tutte le camere, è stata decisa e ben centrata mentre lo scatto in Doppia azione, seppur migliorabile, non ha tradito le aspettative. La precisione del Redhawk è elevata, così come sono molteplici le possibilità di “accuratizzazione” grazie alla moltitudine di prodotti Ruger o aftermarket disponibili nel mercato, soprattutto elettronico. Le finiture, come purtroppo è accaduto alla produzione armiera americana dal 2008 in poi, non suscitano particolari emozioni: la satinatura appare approssimativa così come taluni segni di lavorazione oggi presenti, risultavano improponibili solo una ventina d’anni fa. Per quanto attiene la precisione, la costanza, gli accoppiamenti e la solidità dell’arma, viceversa, nulla da eccepire poiché l’ottima canna adottata assieme al castello sovradimensionato per il calibro e al perfetto timing, pongono il Ruger Redhawk all’apice della moderna produzione commerciale di armi a rotazione.
La prova completa su Armi e Tiro di dicembre 2018
Produttore: Sturm Ruger & Co, ruger.com
Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, bignami.it
Tipo: revolver
Modello: Redhawk
Calibro: .357 magnum
Impiego specifico: tiro sportivo e difesa abitativa
Struttura: telaio chiuso in acciaio inox, tamburo ribaltabile
Numero colpi: 8
Scatto: Azione mista
Percussione: cane esterno, percussore a grano riportato nel fusto
Sicura: transfer bar e sicura automatica collegata con il pulsante di apertura del tamburo che inibisce lo sparo a tamburo non perfettamente chiuso e inibisce l’apertura a cane armato
Canna: in acciaio inox lunga 4,2” (106 mm) con 6 rigature a passo costante di 18,75” (476 mm)
Lunghezza totale: 241 mm
Mire: mirino a rampa con finitura antiriflesso e riferimento color arancio ad alta visibilità, tacca di mira regolabile micrometricamente con riferimenti bianchi.
Peso rilevato: 1.385 g scarico
Materiali: acciaio inox
Finitura: spazzolatura
Qualifica: arma comune
Prezzo: 1.270 euro, Iva inclusa