Sabre defence Xr15 9 mm Dea calibro 9×21

Una nuova azienda si affaccia sul mercato italiano: è la Sabre defence inglese, rappresentata in Italia da Parnisari arms. L’azienda è stata fondata all’inizio degli anni Novanta da Guy Savage, che si è specializzato nella produzione di canne, tanto che ben presto è diventato il maggior fornitore per la mitragliatrice Fn M3. In breve ha deciso di espandere il giro d’affari, iniziando la produzione di armi derivate dall’M16…

Una nuova azienda si affaccia sul mercato italiano: è la Sabre defence inglese, rappresentata in Italia da Parnisari arms. L’azienda è stata fondata all’inizio degli anni Novanta da Guy Savage, che si è specializzato nella produzione di canne, tanto che ben presto è diventato il maggior fornitore per la mitragliatrice Fn M3. In breve ha deciso di espandere il giro d’affari, iniziando la produzione di armi derivate dall’M16, ma il Regno Unito non era certo il Paese adatto a questo progetto: pertanto, nel 2002 ha acquistato la Ramo manufacturing, divenuta la sede statunitense Sabre a Nashville, nel Tennessee. Qui è iniziata la produzione degli M16, che sono diventati ben presto un punto di riferimento non solo sotto il profilo delle armi complete, ma anche per le canne. Ormai quasi tutte le mitragliatrici M2 e le Minigun montano canne Sabre, che fornisce anche canne per le armi Steyr prodotte negli Stati Uniti. Le armi destinate al mercato italiano, però, non sono realizzate nella filiale statunitense, ma nella Casa madre in Gran Bretagna. Il segreto del successo risiede nella lavorazione. Le canne, nonostante siano destinate a fucili d’assalto, sono bottonate e lappate e una speciale attrezzatura elettronica verifica durante il processo di foratura l’eccentricità in modo di avere una foratura perfettamente in asse, precisione che viene verificata anche a prodotto finito utilizzando un apposito tampone in modo da controllare eventuali variazioni di diametro. Il valore di questo processo di lavorazione e gli acciai utilizzati sono stati riconosciuti dal ministero della Difesa statunitense che ha iniziato ad approvvigionarsi di fucili dalla Sabre. L’ azienda non si è limitata a realizzare cloni di M16 di tutte le dimensioni, ma anche una pistola mitragliatrice identica alla 9mm Smg realizzata da Colt. Si tratta di una sorta di aberrazione, l’estremizzazione di un M16, ma negli Stati Uniti ha riscontrato un enorme successo ed è stata adottata da numerosi dipartimenti della polizia e della Dea. La sua diffusione è seconda solo all’ Mp5 della Heckler & Koch. In Italia la versione semiautomatica, per via della lunghezza di canna, è stata catalogata come pistola, aggiudicandosi un posto in prima fila tra le armi destinate all’impiego da parte dei corpi di vigilanza privata. Il celeberrimo progetto di Stoner è stato modificato in modo da funzionare con munizioni calibro 9 mm parabellum (9×21 in Italia): però, invece di ridisegnare il lower receiver, Colt prima e in seguito Sabre hanno deciso di mantenere inalterato il componente, montando un adattatore all’interno del bocchettone del caricatore, destinato ad accettare caricatori di tipo bifilare da 32 colpi derivati da quelli impiegati sull’Uzi e modificati in modo da potersi agganciare al dente di ritegno dell’M16. La modifica ha consentito di mantenere inalterato il pulsante di sgancio del caricatore e il sistema di scatto. Anche l’upper receiver ha subito modifiche e adattamenti piuttosto estesi: si è reso necessario realizzare una rampa di alimentazione corta, ma pronunciata, mentre nella parte posteriore dell’adattatore è stato inserito un espulsore fisso sul castello, eliminando quello a pistone sulla faccia dell’ otturatore, inadatto in quanto avrebbe causato la fuoriuscita del bossolo troppo presto con conseguenti inceppamenti. L’espulsore fisso, però, non poteva essere neanche troppo arretrato, in quanto sarebbe andato a interferire con il pacchetto di scatto: è stato quindi posizionato in modo da espellere il bossolo esattamente al centro della finestra di espulsione. Questo ha creato un ulteriore problema: la finestra è lunga quanto una cartuccia .223 Remington, espellendo il bossolo di un 9 mm si correva il rischio che questo, ruotando su se stesso, potesse ritornare nuovamente dentro l’arma. Per risolvere il problema è stato tagliato lo sportellino parapolvere a circa due terzi della lunghezza e subito dietro è stato montato un grosso deflettore. Tutte le lavorazioni, comunque, sono state fatte con cura e si inseriscono perfettamente nel contesto dell’arma, senza apparire una modifica posticcia. Considerate le pressioni di esercizio della cartuccia, si è giustamente abolito il sistema a presa di gas con chiusura stabile con otturatore rotante, optando per una semplicissima chiusura a massa. Il peso dell’otturatore è stato ottimizzato in modo da funzionare con la molla di riarmo standard dell’M16. Invece di avere otturatore e portaotturatore, quindi, troviamo un solo componente. La faccia dell’otturatore è scavata per accogliere il fondello della cartuccia, la sezione posteriore è massiccia in modo da mantenere un discreto peso e la grossa apertura centrale è stata ridotta, lasciando lo spazio appena sufficiente per il passaggio del cane. Nella parte superiore, il beccuccio destinato a ricevere i gas del sistema Stoner è stato eliminato, ma è stato mantenuto lo zoccolo, che svolge la funzione di guida e serve da punto di presa per la manetta d’armamento. Le modiche apportate non sono tutto sommato numerose e per il costruttore il gioco vale la candela: non si è resa necessaria la realizzazione di un nuovo lower receiver. Il modello ha riscontrato un discreto successo anche perché, avendo tutti i comandi perfettamente sovrapponibili a un M16 o M4, gli enti che lo impiegano in molti casi non devono investire tempo e denaro nella formazione del personale. Il calcio è quello classico della carabina M4, di tipo collassabile: ha sei posizioni di arresto per adattarsi alle esigenze e alla statura di ogni tiratore, tenendo conto di eventuali imbottiture o protezioni balistiche. L’ estensione viene regolata azionando la leva posta in basso, di generose dimensioni e facile da manovrare. Nella parte terminale inferiore è montata la maglietta porta cinghia in posizione fissa. La canna ha un profilo massiccio ed è di generose dimensioni, perché in origine nasce per sostenere i ritmi di fuoco full auto senza eccessivo riscaldamento. Nonostante sia camerata per una munizione per pistola, è ottenuta per bottonatura e successivamente è lappata in modo da garantire elevata precisione. La parte posteriore è agganciata al castello tramite una boccola in acciaio trattenuta in posizione da una ghiera mentre anteriormente è completata da un rompifiamma a gabbia tipo A3 simile a quello dell’M4, ma ovviamente con un foro di maggiori dimensioni. Superiormente, come è ovvio, manca il classico tubetto in acciaio della presa di gas. I due gusci dell’astina, oltre a mantenere il sistema di ancoraggio dell’M4, sono dotati anche del carter paracalore all’interno dei due alveoli. Quanto agli organi di mira, viene applicato un upper receiver di tipo A3, ovvero con slitta Picatinny integrata nella parte superiore, che reca agganciata la classica maniglia con gli organi di mira. La maniglia ha nella sezione posteriore una diottra a “L” con due aperture, una piccola destinata al tiro mirato e l’altra di dimensioni maggiori per il tiro da combattimento. La diottra di diametro minore ha foro di 1,8 millimetri, l’altra ha un foro di 5 millimetri. Il gruppo è montato su una basetta regolabile in altezza e derivazione. Anche il mirino a palo è regolabile in altezza, per alzarlo bisogna comprimere il dentino di ritegno e al contempo svitarlo. Rimuovendo la maniglia di trasporto, si può montare sul rail una serie di organi di puntamento ottici. Considerato il tipo di arma, è consigliabile un red dot. Per la prova di tiro, invece di optare per il classico tiro informale su sagoma fissa, riduttivo per un’arma di questo genere, abbiamo preferito utilizzare una cava e qui abbiamo effettuato diverse prove, sia di precisione sia per quanto riguarda facilità di impiego e di brandeggio nel passaggio da una sagoma all’ altra. Le prove di rosata sono state effettuate a una distanza di 40 metri. Come sempre abbiamo iniziato con munizioni ricaricate: bossolo Fiocchi, innesco Fiocchi Z-P e 6,5 grani di Vihtavuori 3N37 dietro a una palla Round nose in piombo. Con questa combinazione abbiamo ottenuto una velocità di tutto rilievo, ben 443 metri al secondo. Purtroppo, piombo nudo e alta velocità mal si conciliano e i risultati non sono stati eclatanti, 41 millimetri di rosata con due colpi nello stesso foro. Come seconda munizione abbiamo optato per qualcosa di più tranquillo, 4,3 grani di Vihtavuori N320 dietro a una palla ramata di 124 grani. Con questa combinazione abbiamo migliorato leggermente la rosata, scendendo a 35 mm. La terza prova è stata effettuata con munizioni commerciali Fiocchi Top target con palla ramata di 124 grs dal profilo tronco conico, abbiamo ottenuto una rosata di soli 24 mm, risultato di tutto rispetto. Inizialmente abbiamo avuto un paio di inceppamenti con le palle troncoconiche della Fiocchi, che non si sono più verificati nel corso della prova di tiro: probabilmente i 500 colpi sparati hanno rodato l’arma. Eppure uno dei due inceppamenti era molto deciso e abbiamo pensato che l’arma non digerisse palle troncoconiche dagli angoli molto accentuati, cosa che successivamente è stata smentita. Durante la prova di tiro abbiamo verificato uno scatto netto e preciso e organi di mira metallici sono ottimi sia per il tiro mirato, sia per quello istintivo. Facendo un paragone con la regina delle pistole mitragliatrici, l’ H&K Mp5, la Sabre defence è più secca nel funzionamento, mentre l’Mp5 risulta più pastosa. Per contro, il cambio caricatore è molto più rapido, nell’Mp5 l’otturatore esaurite le munizioni va in chiusura e pertanto bisogna riarmarlo con la manetta, nel Sabre per inserire il colpo in canna di un nuovo caricatore è sufficiente premere la leva dell’hold open. La regolazione del calcio, inoltre, è più rapida nel Sabre. Nel corso della prova abbiamo notato che i caricatori di plastica tendono a gonfiarsi quando sono pieni e l’inserimento nel bocchettone risulta abbastanza “impastato”, il che non avviene con i caricatori in metallo. Questi ultimi, quando si preme il pulsante di sgancio, cadono rapidamente, mentre nella versione in plastica a volte devono essere aiutati anche se, essendo vuoti e “dimagriti”, non hanno più gli attriti causati dall’inserimento. La diottra da combattimento è ottima per tiri fino a 25 metri, per distanze superiori è indubbiamente superiore la diottra di 1,8 millimetri. La regolazione degli organi di mira, essendo nata per una carabina, può essere considerata micrometrica: date le ridotte distanze di ingaggio infatti, per spostare il punto di impatto di pochi millimetri bisogna ruotare un bel po’ i tamburi di regolazione. La Sabre 9mm Dea è un oggetto molto divertente e di facile utilizzo, trova la sua perfetta collocazione nel plinking ma anche nella difesa abitativa. La lunghezza, superiore a una pistola classica ma inferiore rispetto a una carabina, rende l’ arma molto istintiva. La diottra da combattimento, grazie alle sue generose dimensioni può essere facilmente usata anche in condizioni di scarsa luminosità. La pistola è ideale per le guardie giurate, non portandola in fondina ma a tracolla con una cinghia a sgancio rapido tipo quelle prodotte dalla Vickers tactical è pronta all’uso in meno di un secondo, e il potere deterrente è senza dubbio superiore.

 

SCHEDA TECNICA

Produttore: Sabre defence, www.sabredefence.co.uk Importatore: Parnisari arms srl, via Opifici 2, 28040 Lesa (No), tel.0322.77.21.52, fax 0322.77.21.52, www.parnisariarms.com, arms@parnisariarms.com

Modello: Xr15 – 9mm Dea

Destinazione d’uso: tiro a segno, difesa abitativa

Tipo: pistola a ripetizione semiautomatica

Calibro: 9×21

Numero colpi: 15

Funzionamento: chiusura a massa

Canna: lunga 279 mm (10,5 pollici), 311 mm con freno di bocca; rigatura a sei principi ad andamento destrorso con passo di 250 mm

Caricatore: prismatico bifilare a doppia presentazione

Numero colpi: 15

Percussione: cane interno

Estrattore: a unghia posto sul lato destro dell’otturatore

Espulsione: espulsore fisso sul castello

Mire: tacca di mira a diottra tipo flip up regolabile in altezza e deriva, mirino a palo regolabile in altezza

Scatto: Single stage, peso di sgancio 2.300 grammi

Sicurezze: manuale alla catena di scatto

Calciatura: collassabile in polimeri rinforzati con impugnatura a pistola separata

Peso: 2.700 grammi

Lunghezza totale: 686 mm a calcio retratto, 787 mm esteso

Materiali: acciaio e alluminio, calciatura in polimeri

Finitura: fosfatazione nera opaca

Numero del catalogo nazionale: 17.878 (arma comune)

Prezzo: 2.700 euro circa, Iva inclusa