Ribattiamo punto su punto a Roberto Saviano, che filosofeggia sul recepimento dimostrando solo di non averlo visto neanche con il binocolo…
Non poteva mancare il guru del pensiero filosofico moderno, Roberto Saviano. Il quale, riprendendo le castronerie enormi diffuse nei giorni scorsi da tutti i principali organi di informazione non specializzata (Repubblica, il Corriere, il Giornale e altre) ha pubblicato un lungo post su Facebook nel quale rovescia ogni genere di qualunquismo e disinformazione sul nuovo decreto legislativo di recepimento della direttiva europea in materia di armi 2017/853. Consentiteci, allora, di rispondere punto per punto alle evidenti distorsioni della realtà propalate dal Saviano-pensiero.
“In poche parole posso avere un'arma in casa senza avvisare chi vive con me. Vi pare possibile? Vi sembra rispettoso? Possiamo davvero permetterci di ignorare gli effetti disastrosi che potrebbe avere l'ingresso di un'arma in casa all'insaputa di chi ci vive? Vi basti pensare che dal 2006 al 2016 le donne uccise in Italia sono state 1.740 e di queste 1.251 in famiglia”.
Se il mitico Saviano si fosse preoccupato di leggere i documenti che pretende di commentare e se si fosse preoccupato di leggere la bozza approvata dal governo Gentiloni, avrebbe innanzi tutto scoperto che l’obbligo di informare i famigliari conviventi è stato stabilito per la prima volta in una norma approvata OTTO anni fa (d. lgs.204/2010). Questo obbligo, però, è rimasto lettera morta, perché la sua applicazione era subordinata all’approvazione di un decreto attuativo (che spiegasse, giustamente, con quali modalità fare e soprattutto dimostrare di aver avvisato i famigliari), che in OTTO anni il ministero dell’Interno non ha trovato il tempo di emanare (difficilmente sarebbe stato più lungo di 10 righe, ma tant’è). La questione era talmente importante, talmente fondamentale per i femminicidi, che in OTTO anni nessuno si è mosso. Dopo questi OTTO anni, finalmente il ministero dell’Interno si scuote dal torpore e propone… un’autocertificazione! Cioè, in pratica, chi fa richiesta del porto d’armi avrebbe dovuto, nelle intenzioni, autocertificare di aver avvisato il coniuge o il compagno o la compagna. Quindi, chiaramente, se uno vuole ammazzare la moglie, ovviamente sarà terrorizzato all’idea di autocertificare il falso e mai e poi mai chiederà il porto d’armi a sua insaputa. Logico, no? Da quanto esposto appare evidente che la norma prevista nella bozza Gentiloni non solo era assolutamente inutile per prevenire un femminicidio, ma era anche una vera e propria presa in giro, un insulto, alla memoria delle povere donne ammazzate dai mariti-padroni-bestie.
“Ma ditemi una cosa, e fatelo con sincerità: a chi giova aumentare da 6 a 12 il numero di armi sportive detenibili? A chi giova l'aumento dei colpi consentiti nei caricatori?”.
Ma certo che ti rispondiamo con sincerità, Saviano! Troverai, anzi, molta più sincerità nelle nostre risposte che nelle tue considerazioni. A chi giova aumentare da 6 a 12 il numero di armi sportive detenibili? Permettici di rispondere alla tua domanda con un’altra domanda: considerando che i requisiti necessari ad acquistare una sola arma (sportiva o meno) o ad acquistarne 6 o ad acquistarne 12 sono i medesimi, ci sapresti dire dall’alto della tua sapienza quale differenza esattamente faccia per la pubblica sicurezza? Capisco che i possessori di armi ti facciano schifo, ma ti sei accorto che hanno due braccia e due mani come tutti gli altri esseri umani? Cosa pensi, che possano brandire 12 armi alla volta per fare la classica strage in stile Usa? Ma in stile octopus, con i tentacoli come le piovre? L’unica conseguenza di questa norma è che si intaseranno un pochino meno di cartaccia inutile i commissariati e le questure, perché gli appassionati non dovranno più passare alternativamente dalla denuncia alla licenza di collezione le armi eccedenti le 6 sportive, per poterle utilizzare nell’attività agonistica. SENZA alcuna differenza negli indispensabili requisiti per l’acquisto, la detenzione e la custodia.
A chi giova l’aumento dei colpi consentiti nei caricatori? Caro Saviano, questo aumento in realtà altro non è che un allineamento a quanto stabilito dalla direttiva europea. Dove eri, di bello, quando i parlamentari europei del Pd e di Forza Italia hanno approvato la direttiva? Come mai non hai fatto presente un anno fa che il parlamento europeo stava prendendo una misura tanto pericolosa per la pubblica incolumità? Mah…
“Siamo certi che per le armi possiamo semplificare a tal punto la procedura per denunciarne la detenzione da ridurla a una mail da inviare ai Carabinieri tramite portale certificato?”.
Caro Saviano, perché questa domanda non la rivolgi al ministero dell’Interno? Il quale nulla ha avuto a che ridire nell’inserire questa facoltà nel decreto legislativo. Sarà mai possibile che l’autorità di polizia improvvisamente sia impazzita e con una procedura via e-mail consenta ai cittadini il “far west” in materia di acquisto e detenzione di armi? O non sarà piuttosto che nel 2018 (che è XXI secolo, ricordiamolo) esistono mezzi telematici e tradizionali più che affidabili per garantire la tracciabilità degli acquisiti e delle detenzioni di armi? Oltretutto, lo stesso decreto emanato grazie al "ministro della mafia" Salvini prevede la creazione di una banca dati tutta nuova, centralizzata, con lo scopo di rendere ulteriormente efficienti i sistemi di tracciatura che, in Italia, già sono i più rigorosi d'Europa. Come mai questa cosa ti è sfuggita? Mah, chissà…
“A chi giova facilitare la detenzione di un Kalashnikov, per esempio?”.
A nessuno e, infatti… non è stata facilitata! Non solo i requisiti necessari per l’acquisto delle armi non sono minimamente cambiati ma, anzi, a chi dal 13 giugno 2017 intende acquistare un’arma “somigliante” a un Kalashnikov (perché il "vero" Kalashnikov in Italia è vietato da "soli" quarant'anni, sappilo…), sono richiesti ulteriori adempimenti rispetto al passato. Se ti preoccupassi di leggere il testo del decreto in Gazzetta ufficiale, anziché accontentarti di quanto scrivono i quotidiani, scopriresti all’articolo 13 che le cose stanno proprio così!
“Siamo sicuri sicuri che tutto questo sia stato deciso per aumentare la nostra sicurezza?”.
Di certo c’è che tutto questo non diminuisce di una virgola la NOSTRA sicurezza, cioè quella dei cittadini normali, che risiedono in Italia e non posseggono la scorta. Per te, che differenza farebbe, comunque? Quindi, magari, al posto della prima persona plurale, sarebbe più giusto che utilizzassi la seconda…
“È incredibile la libertà di azione che gli imbelli del M5S stanno lasciando a Salvini su temi importantissimi e sensibili, come è assurdo che non sia evidente a tutti la gravità della situazione”.
Proprio perché si tratta di temi importantissimi e sensibili, sarebbe giusto che prima di parlarne ti informassi come si deve, anziché sproloquiare. Tu e i colleghi di Repubblica, il Corriere eccetera. Perché che si parli di sicurezza, lavoro, pensioni o qualsiasi altra cosa, il primo passo per discutere, migliorare o cambiare le cose è raccontare la realtà per quello che è. Quindi, in pratica, dire la verità. E si che non sarebbe difficile! Basterebbe fare ciò che le regole deontologiche della professione richiedono. E a riprova del fatto che informarsi DAVVERO è possibile, guarda un po' l'attenta analisi del collega del BUTAC. Lui ci è riuscito… e tu?