Il procuratore generale di New York, Letitia James, ha annunciato un procedimento giudiziario per lo scioglimento dell’Nra, a causa di presunte malversazioni dei propri vertici
Il procuratore generale di New York, Letitia James, ha annunciato ieri l’avvio di un procedimento giudiziario volto allo scioglimento della National rifle association, a causa di presunte malversazioni e frode fiscale da parte dei vertici dell’associazione, incluso lo storico amministratore delegato e vicepresidente esecutivo Wayne La Pierre, il consigliere generale John Frazer e altri. Secondo l’inchiesta, avviata all’inizio del 2019, in un periodo di tre anni i vertici dell’associazione avrebbero distolto un totale di 64 milioni di dollari dai fondi Nra, per spese personali e lo scioglimento dell’associazione (che ha oltre un secolo di vita) sarebbe determinato da “management fraudolento cronico”.
Il procuratore ha dichiarato nella conferenza stampa di aver dovuto intervenire in questo momento perché i vertici della Nra avrebbero “distrutto tutti gli asset dell’associazione”.
La Nra ha replicato accusando la James di attacco strumentalmente politico, visto che la Nra anche in questa campagna presidenziale, come nella precedente, ha espresso il proprio appoggio al presidente Donald Trump, e ha promesso di reagire con energia. “È un attacco privo di qualsiasi base e premeditato alla nostra organizzazione e alle libertà del secondo emendamento che essa difende”, ha dichiarato la presidente Nra Carolyn Meadows in una nota.
Anche il presidente Donald Trump è intervenuto sulla questione, suggerendo alla Nra di trasferirsi dalla giurisdizione di New York a quella del Texas nella quale, ha dichiarato, “si troverebbe indubbiamente molto meglio, come è da tempo che vado dicendo”.
Il procuratore ha in pratica descritto la Nra come una associazione “vittima dei suoi leader”: a chi le ha domandato, a questo punto, se chiederne lo scioglimento non la rendesse vittima una seconda volta, ha tuttavia replicato che lo scioglimento si renderebbe necessario a causa “dell’ampiezza e della profondità della corruzione e dell’illegalità”. Se condannati, i vertici dell’Nra potrebbero dover restituire tutte le somme di cui sono accusati di aver fatto un uso improprio e rischierebbero l’interdizione perpetua dai consigli di amministrazione di qualsiasi ente no-profit registrato a New York.